Chiamiamolo pure effetto lockdown, nella speranza che possa condurre l'Italia verso l'uscita dall'inferno creato dal Covid-19. Un virus che ha già ucciso 10.779 nostri connazionali, 756 nella sola giornata di ieri. Il dato rilevante è il cambio di rotta intrapreso dalla curva epidemica da quel famoso 10 marzo, quando entrò in vigore il primo decreto di contenimento. Il giorno seguente l'incremento dei nuovi casi accertati fu del 22,8%.
Ieri, 18 giorni dopo, la percentuale è scesa al 5,6%. È crollata anche la percentuale di contagiati per numero di tamponi (oltre 30 mila al giorno ormai), dal picco del 33% del 17 marzo ad una forbice tra il 16 e il 20% di questi ultimi giorni. Un discesa costante, faticosa, accompagnata da immagini terribili: dalle salme trasportate via da Bergamo dai mezzi militari alla conta dei medici rimasti uccisi mentre cercavano di salvare i nostri cari. Dei 97.689 casi totali accertati dall'inizio dell'emergenza (solo ieri 5.217 in più) le persone guarite sono 13.030. Per questo la battaglia non è ancora finita, anzi.
Le persone attualmente malate in Italia sono 73.880 di cui 3.906 occupano un letto in terapia intensiva. Ma anche quest'ultimo dato è, paradossalmente, confortante. L'11 marzo la percentuale di aumento di ricoveri in terapia intensiva era superiore al 17%, ieri si è toccato il picco più basso (+1,30%). Ed anche la ripartizione dei malati conferma un miglioramento: dal 10% di malati con necessità di terapia intensiva di allora si è passati al 5% di oggi. Sono meno, in proporzione, anche le persone ricoverate con sintomi. L'unico dato percentuale che cresce è invece quello degli asintomatici in isolamento domiciliare (dal 30% circa ad oltre il 57%). Guardando infine la Lombardia, la regione più colpita dal virus, l'abbassamento della curva è sceso al 5.6% di nuovi contagiati in un giorno con i casi totali che sono arrivati a 41.007.
lunedì 30 marzo 2020
Coronavirus, dopo 18 giorni si vede la luce: i nuovi casi crollati dal 22 al 5%
Barbara D'Urso: «Io e Fabio Testi a letto insieme... gli vibrava la mutanda»
Barbara D'Urso choc: «io e Fabio Testi a letto insieme... gli vibrava la mutanda». Dopo una prima parte dedicata all'emergenza coronavirus torna a Live non è la D'urso anche il gossip e un po' di leggerezza. Complici gli ultimi esclusi della casa del Grande Fratello Vip 2020.
Ospiti a Live non è la D'urso nella puntata di domenica 29 marzo gli ultimi eliminati del Grande Fratello Vip 2020: Valeria Marini, Fernanda Lessa e Fabio Testi. Tutti rigorosamente in collegamento per rispettare le norme del DPCM per il contenimento del contagio da coronavirus, hanno fatto cambiare registro alla trasmissione alleggerendolo un po'. Con Fabio testi, in particolare è andato in scena un siparietto piuttosto divertente. Testi pensando di mettere in imbarazzo la D'Urso, ovviamente in modo estremamente scherzoso butta lì : «Barbara lo diciamo che siamo stati a letto insieme?». La padrona di casa non solo non si è fatta cogliere di sorpresa ma ha fatto una delle sue rivelazioni choc: «E' passata la mezzanotte quindi possiamo dilo. non solo io Fabio siamo stati a letto insieme, visto che era mio marito quando abbiamo registrato la Dottoressa Giò nel '94, ma è successo anche un'altra cosa. mentre eravamo a letto, vicini vicini all'improvvisdo sento vibrare fortemente la mutanda di Fabio Testi. Vibrava, vibrava, ma lo sapete perchè? Aveva messo la vibrazione sul telefonino e per non lasciarlo sul comodino in scena lo ha nascosto lì».
Ospiti a Live non è la D'urso nella puntata di domenica 29 marzo gli ultimi eliminati del Grande Fratello Vip 2020: Valeria Marini, Fernanda Lessa e Fabio Testi. Tutti rigorosamente in collegamento per rispettare le norme del DPCM per il contenimento del contagio da coronavirus, hanno fatto cambiare registro alla trasmissione alleggerendolo un po'. Con Fabio testi, in particolare è andato in scena un siparietto piuttosto divertente. Testi pensando di mettere in imbarazzo la D'Urso, ovviamente in modo estremamente scherzoso butta lì : «Barbara lo diciamo che siamo stati a letto insieme?». La padrona di casa non solo non si è fatta cogliere di sorpresa ma ha fatto una delle sue rivelazioni choc: «E' passata la mezzanotte quindi possiamo dilo. non solo io Fabio siamo stati a letto insieme, visto che era mio marito quando abbiamo registrato la Dottoressa Giò nel '94, ma è successo anche un'altra cosa. mentre eravamo a letto, vicini vicini all'improvvisdo sento vibrare fortemente la mutanda di Fabio Testi. Vibrava, vibrava, ma lo sapete perchè? Aveva messo la vibrazione sul telefonino e per non lasciarlo sul comodino in scena lo ha nascosto lì».
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Morta Melody Pasini, la fidanzata del calciatore Centurion: stroncata da infarto a 25 anni
Dramma in Argentina per il calciatore Ricardo Centurion, attaccante del Velez Sarsfied in prestito dal Racing Avellaneda ma con un passato anche in Italia in Serie A al Genoa: la fidanzata Melody Pasini è morta tragicamente, stroncata da un infarto mentre era alla guida della sua auto. Aveva solo 25 anni.
La ragazza, molto attiva e seguita sui social (aveva quasi 90mila followers su Instagram) avrebbe avuto un attacco di cuore alla guida dell'auto, che è andata poi a finire su un'altra auto in sosta. La morte, affermano i media argentini, sarebbe comunque stata causata dall'arresto cardiaco e non dall'incidente. Melody soffriva di cuore da quando era bambina ed era stata sottoposta a trapianto quando aveva solo 12 anni.
Ieri sui suoi canali social il fidanzato Centurion, 27 anni, soprannominato El Wachiturro, che ha giocato per due volte nel Genoa (prima nel 2013 poi nel 2017, senza mai lasciare particolarmente il segno) aveva dedicato un post alla fidanzata morta. Un selfie insieme, con una frase a esprimere il suo dolore: «Ti amerò per sempre, amore mio».
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sabato 28 marzo 2020
Bimbo morto: Diego aveva 3 anni ed era scomparso da Metaponto di Bernalda. Tracce indicate dal cane di famiglia
E' stato ritrovato nella prima mattinata di sabato il cadavere del bambino di tre anni di nome Diego di cui si erano perse le tracce ieri a Metaponto di Bernalda (Matera ) in Basilicata. Il cadavere è stato trovato nei pressi della foce del fiume Bradano.
Per tutta la notte erano proseguite senza sosta le ricerche disperate con l'ausilio di mezzi e anche cani. All'alba era tornato a sorvolare la zona un elicottero: tutto vano, il corpicino del piccolo Diego è stato trovato stamane.
Il cadavere del bambino di tre anni è stato ritrovato dai Carabinieri del Centro cinofili di Firenze, grazie all'utilizzo dei cani «molecolari», in un canneto che costeggia il letto del fiume Bradano.
Era stato il cagnolino di famiglia a indirizzare già ieri le ricerche verso la zona impervia del fiume Bradano dove poi stamani i cani molecolari dei Carabinieri cinofili di Firenze hanno ritrovato il cadavere del bambino di tre anni che era scomparso ieri nel borgo di Metaponto. Lo ha confermato all'ANSA il sindaco di Bernalda (Matera), Domenico Tataranno, il quale ha partecipato alle ricerche. Secondo quanto si è appreso ieri mattina il bambino, che stava giocando all'aperto, si è allontanato dall'abitazione famigliare e nei primi momenti i genitori hanno pensato che si fosse allontanato di poco, proprio insieme al cagnolino, che non era nelle vicinanze della casa. Pochi minuti dopo hanno quindi lanciato l 'allarme alle forze dell'ordine. In seguito, quando aveva iniziato a piovere e la temperatura si era notevolmente ridotta, i sommozzatori del Vigili del fuoco hanno ispezionato il fiume Bradano, ma senza esito. Le ricerche sono andate avanti tutta la notte, fino a quando gli stamani i cani molecolari hanno ritrovato il cadavere del bambino. «È stata - ha aggiunto il sindaco - una sfortuna immensa. In questo momento, già tragico per l'emergenza coronavirus, siamo tutti increduli e solo in un secondo momento valuterò la possibilità di proclamare il lutto cittadino ».
Ieri mattina, intorno alle 11, i genitori avevano dato l'allarme dopo essersi accorti che il figlio non era in casa. Seguendo alcune tracce, proprio lungo gli argini si erano concentrate le ricerche, fornite pure con il nucleo specializzato Saf (speleo alpino fluviale). Si era continuato tutta la notte a cercare, pure in aree diverse da quelle attraversate dal Bradano.
La trasmissione tv Chi l'ha Visto? aveva pubblicato la foto del bambino per agevolare le ricerche. In serata anche Quarto Grado su Rete4 aveva diffuso la foto, raccontando la vicenda.
Per tutta la notte erano proseguite senza sosta le ricerche disperate con l'ausilio di mezzi e anche cani. All'alba era tornato a sorvolare la zona un elicottero: tutto vano, il corpicino del piccolo Diego è stato trovato stamane.
Il cadavere del bambino di tre anni è stato ritrovato dai Carabinieri del Centro cinofili di Firenze, grazie all'utilizzo dei cani «molecolari», in un canneto che costeggia il letto del fiume Bradano.
Era stato il cagnolino di famiglia a indirizzare già ieri le ricerche verso la zona impervia del fiume Bradano dove poi stamani i cani molecolari dei Carabinieri cinofili di Firenze hanno ritrovato il cadavere del bambino di tre anni che era scomparso ieri nel borgo di Metaponto. Lo ha confermato all'ANSA il sindaco di Bernalda (Matera), Domenico Tataranno, il quale ha partecipato alle ricerche. Secondo quanto si è appreso ieri mattina il bambino, che stava giocando all'aperto, si è allontanato dall'abitazione famigliare e nei primi momenti i genitori hanno pensato che si fosse allontanato di poco, proprio insieme al cagnolino, che non era nelle vicinanze della casa. Pochi minuti dopo hanno quindi lanciato l 'allarme alle forze dell'ordine. In seguito, quando aveva iniziato a piovere e la temperatura si era notevolmente ridotta, i sommozzatori del Vigili del fuoco hanno ispezionato il fiume Bradano, ma senza esito. Le ricerche sono andate avanti tutta la notte, fino a quando gli stamani i cani molecolari hanno ritrovato il cadavere del bambino. «È stata - ha aggiunto il sindaco - una sfortuna immensa. In questo momento, già tragico per l'emergenza coronavirus, siamo tutti increduli e solo in un secondo momento valuterò la possibilità di proclamare il lutto cittadino ».
Ieri mattina, intorno alle 11, i genitori avevano dato l'allarme dopo essersi accorti che il figlio non era in casa. Seguendo alcune tracce, proprio lungo gli argini si erano concentrate le ricerche, fornite pure con il nucleo specializzato Saf (speleo alpino fluviale). Si era continuato tutta la notte a cercare, pure in aree diverse da quelle attraversate dal Bradano.
La trasmissione tv Chi l'ha Visto? aveva pubblicato la foto del bambino per agevolare le ricerche. In serata anche Quarto Grado su Rete4 aveva diffuso la foto, raccontando la vicenda.
Principe Filippo morto? «È una bufala, ma la regina Elisabetta ancora non parla alla Nazione»
Principe Filippo morto? «È una bufala, ma la regina Elisabetta ancora non parla alla Nazione». Il coronavirus ha piegato molti Paesi e in Gran Bretagna, dopo le prime incertezze, si trovano a dover gestire il lockdown, l'aumento improvviso di contagi e due illustri casi positivi: il principe Carlo e il premier Boris Johnson. Il tanto atteso discorso alla Nazione da parte della sovrana tarderebbe ad arrivare per tutte queste complicazioni, ma a rendere ancora più difficile la situazione sono le voci sulla morte di Filippo di Edimburgo.
Su molti siti di informazione e sui tabloid britannici erano circolati l'indiscrezione e il sospetto che il principe consorte fosse morto e che la Famiglia Reale dovesse tacere per non creare il caos e per l'impossibilità di celebrare i funerali. Gli esperti smentiscono e parlano dell'ennesima bufala, ma l'uomo è prossimo a compiere 99 anni, ha avuto molti problemi di salute negli ultimi mesi e da Buckingham Palace non rompono il silenzio sulle sue condizioni.
A sostegno dell'ipotesi sulla sua dipartita ci sarebbero le difficoltà nel rispettare le volontà di Filippo circa le sue esequie. Il duca di Edimburgo, infatti, aveva richiesto la presenza di famiglia, amici e e capi di Stato dei paesi del Commonwealth al proprio funerale, che si terrà nella cappella di San Giorgio, a Windsor Castle. Il principe Filippo aveva anche predisposto di essere sepolto nei giardini di Frogmore, nel parco del Castello di Windsor (dove riposano già i resti della Regina Vittoria e del Principe Alberto).
Una notizia ufficiale non c'è, ma l'ipotesi che si tratti di una bufala sembra essere quella prevalente. Elisabetta II non parlerebbe ai sudditi per evitare lo stress che ciò comporta. Non essendo giovanissima, deve osservare l'isolamento ed essere molto prudente. Suo figlio Carlo ha contratto il coronavirus e non l'unica testa coronata a figurare tra i positvi.
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Caterina Balivo, «Lo sciamano è stato avvertito?»: critiche al post sul crocifisso miracoloso
Papa Francesco ha voluto in Vaticano il crocefisso custodito nella chiesa di San Marcello al Corso a Roma per il momento di preghiera volto a chiedere la fine della pandemia di coronavirus. La statua in legno è legata a due eventi miracolosi, tra cui il termine di una grave pestilenza nel 1522.
Venerdì 27 marzo alle 18, Francesco si rivolge a una piazza vuota e in diretta mondiale impartirà la benedizione Urbi ed Orbi con la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. Caterina Balivo ha condiviso su Twitter la foto del crocefisso e ricordato l’appuntamento di preghiera ma è stata fortemente criticata. “Trovo GRAVISSIMO e ridicolo nel 2020 che vengano pubblicizzati atti di fanatica superstizione come questo” sbotta un utente. “Caterì, lo sciamano è stato già avvertito?” ha ironizzato qualcuno. Ma c’è anche chi difende la libertà di credo: “È solo una statua di legno? Vero. Non servirà a nulla? Probabile. Ma se pregare un crocefisso può dare speranza e coraggio...”
Venerdì 27 marzo alle 18, Francesco si rivolge a una piazza vuota e in diretta mondiale impartirà la benedizione Urbi ed Orbi con la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. Caterina Balivo ha condiviso su Twitter la foto del crocefisso e ricordato l’appuntamento di preghiera ma è stata fortemente criticata. “Trovo GRAVISSIMO e ridicolo nel 2020 che vengano pubblicizzati atti di fanatica superstizione come questo” sbotta un utente. “Caterì, lo sciamano è stato già avvertito?” ha ironizzato qualcuno. Ma c’è anche chi difende la libertà di credo: “È solo una statua di legno? Vero. Non servirà a nulla? Probabile. Ma se pregare un crocefisso può dare speranza e coraggio...”
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venerdì 27 marzo 2020
Coronavirus, 969 morti e 4.401 contagiati in 24 ore. In Italia oltre novemila vittime. Arcuri: «È una crisi mondiale»
Coronavirus in Italia: altre 969 vittime nelle ultime ventiquattro ore (50 fanno riferimento al bollettino di ieri). Ieri l'aumento quotidiano era invece di 708. I morti totali salgono a 9.134. Sono 10.950 le persone guarite, 589 in più di ieri. È quanto emerge dal bollettino diramato dal commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, oggi sostituto di Angelo Borrelli, dal Dipartimento della Protezione civile. I malati sono 66.414, 4.401 in più di ieri. Il numero complessivo dei contagiati - comprese le vittime e i guariti - ha raggiunto i 86.498. Il numero dei tamponi effettuati è salito a 394.079, con un aumento di 33.019 rispetto a ieri.
Sono 3.732 i malati ricoverati in terapia intensiva, 120 in più rispetto a ieri. Di questi, 1.292 sono in Lombardia. Dei 66.414 malati complessivi, 26.029 sono poi ricoverati con sintomi e 36.653 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile.
IL COMMISSARIO ARCURI: «PANDEMIA SENZA PRECEDENTI»
Questa è una «crisi mondiale» nella quale «c'è bisogno di collaborazione, senza egoismi e senza particolarismi». Lo ha detto il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa sottolineando che «i dati che ci arrivano dall'Italia ma anche da altri luoghi del mondo, ci dicono quanto sia globale e vasta la crisi sanitaria». Una «pandemia senza precedenti che colpisce i paesi più forti del mondo, che progressivamente stanno adottando le stesse misure messe in campo dall'Italia da qualche tempo».
Il saluto a Borrelli, a casa da tre giorni fermato dall'influenza: «Mando un abbraccio a un amico, Angelo Borrelli, uno di quegli italiani che da tempo servono lo Stato. Speriamo sia tra noi il più presto possibile per ricominciare a lavorare insieme».
MILITARI PER DISTRIBUIRE MATERIALI SANITÀ
«Gli acquisti (di materiali sanitari, ndr) che vengono effettuati dal governo, dalla Protezione civile, dalla Consip e dal commissario, resteranno complementari, in qualche modo suppletivi a quelli che le regioni possono effettuare», ha spiegato Arcuri. «Da domani, per velocizzare i tempi di consegna del materiale sanitario, verranno utilizzati non solo i camion ma anche gli elicotteri dell'Esercito». Ha annunciato il commissario Arcuri sottolineando che il personale militare sarà utilizzato anche «per aumentare il numero degli uomini che lavorano nei depositi e sono preposti alla distribuzione dei materiali». «L'Esercito - ha aggiunto - ci aiuterà a fare più in fretta possibile a portare le apparecchiature».
IN 3 GIORNI CONSEGNATE 9,6 MLN MASCHERE
«Oggi consegniamo 136 ulteriori impianti di terapia intensiva, negli ultimi 2 giorni ne abbiamo consegnati 142. Negli ultimi 3 giorni abbiamo consegnato complessivamente 9,6 milioni di mascherine». Così il commissario Domenico Arcuri in conferenza stampa alla Protezione civile. «Un'impresa italiana che produce ventilatori dalla prossima settimana raddoppierà la produzione, da 25 a 50 ventilatori al giorno - ha aggiunto -. La logica è diventare in fretta autosufficienti».
«Quanto all'incentivo 'Cura Italià (50 milioni, ndr), molte centinaia di cittadini e imprese si appalesano per contribuire a produzione dispositivi di protezione individuale. Altre aziende italiane hanno raddoppiato la produzione di caschi per attenuare il rischio che i pazienti finiscano in terapia intensiva. Un consorzio di imprese nazionali intorno al settore della moda ha avviato la produzione di 1,5 milioni mascherine in una settimana a partire da lunedì»
COLLABORAZIONE CON ALTRI PAESI
«Il nostro sforzo è a 360 gradi - ha aggiunto Arcuri - continuiamo a collaborare con molti Paesi, acquisiamo dispositivi medici da Francia, Germania, Cina, Russia, trattative sono in corso con altri Paesi spesso lontani da noi, dove questi prodotti vengono realizzati. Senza nessuna implicazione di natura politica, geografica; per noi è il tempo della cooperazione, non quello delle divisioni. Ovunque si trovano soluzioni per nostri cittadini è giusto andarci per acquisirle».
I DATI REGIONE PER REGIONE
Dai dati della Protezione civile emerge che sono 23.895 i malati in Lombardia (1.706 più di ieri), 9.361 in Emilia-Romagna (+511), 6.648 in Veneto (+508), 6.347 in Piemonte (+397), 2.850 nelle Marche (+55), 3.170 in Toscana (+197), 2.060 in Liguria (+33), 2.013 nel Lazio (+178), 1.292 in Campania (+123), 1.027 in Friuli Venezia Giulia (+73), 1.164 in Trentino (+70), 833 in provincia di Bolzano (+42), 1.236 in Puglia (+141), 1.158 in Sicilia (+63), 925 in Abruzzo (+65), 824 in Umbria (+54), 413 in Valle d'Aosta (+35), 496 in Sardegna (+34), 469 in Calabria (+97), 86 in Molise (+5), 147 in Basilicata (+14).
Quanto alle vittime, se ne registrano 5.402 in Lombardia (+541), 1.267 in Emilia-Romagna (+93), 313 in Veneto (+26), 569 in Piemonte (+120), 336 nelle Marche (+26), 177 in Toscana (+19), 331 in Liguria (+51), 98 in Campania (+15), 118 nel Lazio (+12), 76 in Friuli Venezia Giulia (+4), 69 in Puglia (+4), 60 in provincia di Bolzano (+12), 39 in Sicilia (+6), 68 in Abruzzo (+5), 21 in Umbria (+1), 37 in Valle d'Aosta (+9), 102 in Trentino (+16), 18 in Calabria (+4), 21 in Sardegna (+2), 9 in Molise (+1), 3 in Basilicata (+2). I tamponi complessivi sono 394.079, dei quali quasi 227mila in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
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Chi l'ha Visto, il coronavirus e i Giochi militari di Wuhan: «A fine ottobre in città c'era tutto il mondo»
Coronavirus, a Chi l'ha Visto? le immagini dei Giochi militari di Wuhan: «A fine ottobre in città c'era tutto il mondo». «Fanno impressione», commenta Federica Sciarelli in collegamento con la corrispondente Rai dalla Cina Giovanna Botteri. Le immagini mandate in onda sono quelle delle "Olimpiadi" militari che si sono svolte a fine ottobre a Wuhan, la città da cui è partita l'epidemia da Covid-19.
Immagini normalissime per gli eventi sportivi, ma terribili con il senno del poi. Atleti di ogni disciplina che si scontrano e si abbracciano a fine match, folle di spettatori negli stadi e alloggi vicinissimi al famoso mercato da dove tutto avrebbe avuto inizio.
In questi giochi mondiali militari c'erano persone di tutte le nazionalità, anche italiani. Il resto è noto: oggi siamo davanti a una pandemia e tutti i Paesi gradualmente stanno adottando il lockdown bloccando attività e isolando persone per arrestare il contagio. «Il "paziente uno" in Cina è datato 19 novembre», precisa la giornalista Giovanna Botteri. Nessuna connessione scientifica assodata, ma l'arco di tempo che intercorre dai giochi al primo caso accertato potrebbe insinuare il dubbio.
Immagini normalissime per gli eventi sportivi, ma terribili con il senno del poi. Atleti di ogni disciplina che si scontrano e si abbracciano a fine match, folle di spettatori negli stadi e alloggi vicinissimi al famoso mercato da dove tutto avrebbe avuto inizio.
In questi giochi mondiali militari c'erano persone di tutte le nazionalità, anche italiani. Il resto è noto: oggi siamo davanti a una pandemia e tutti i Paesi gradualmente stanno adottando il lockdown bloccando attività e isolando persone per arrestare il contagio. «Il "paziente uno" in Cina è datato 19 novembre», precisa la giornalista Giovanna Botteri. Nessuna connessione scientifica assodata, ma l'arco di tempo che intercorre dai giochi al primo caso accertato potrebbe insinuare il dubbio.
Giorgio Armani converte gli stabilimenti per il coronavirus: produrrà camici monouso
Per l'emergenza coronavirus arriva anche il contributo dello stilista Giorgio Armani, un'icona della moda italiana in tutto il mondo: il gruppo Armani ha infatti comunicato in una nota la conversione di tutti i propri stabilimenti produttivi italiani nella produzione di camici monouso destinati alla protezione individuale degli operatori sanitari impegnati a fronteggiare il coronavirus.
Nelle scorse settimane, a seguito dell'iniziale donazione stanziata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma, Giorgio Armani aveva deciso di dare il suo contributo anche all'ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia, arrivando così a una donazione complessiva di 2 milioni di euro.g
Qualche giorno fa, precisamente sabato, Armani aveva pubblicato una lettera su tutti i principali quotidiani italiani ringraziando gli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19. «È commovente vedervi impegnati nel vostro lavoro con le difficoltà e i grandi sforzi che ormai tutto il mondo conosce. E soprattutto vedervi piangere», scriveva lo stilista. «Credo che questo sentimento si colleghi al mio desiderio di intraprendere la carriera di medico quando ero giovane e cercavo una mia strada. Tutta la Giorgio Armani è sensibile a questa realtà ed è vicina a tutti voi: dal barelliere all'infermiera, dai medici di base a tutti gli specialisti del settore. Vi sono personalmente vicino».
Nelle scorse settimane, a seguito dell'iniziale donazione stanziata a favore della Protezione Civile e degli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele, Istituto dei Tumori di Milano e dello Spallanzani di Roma, Giorgio Armani aveva deciso di dare il suo contributo anche all'ospedale di Bergamo, a quello di Piacenza e a quello della Versilia, arrivando così a una donazione complessiva di 2 milioni di euro.g
Qualche giorno fa, precisamente sabato, Armani aveva pubblicato una lettera su tutti i principali quotidiani italiani ringraziando gli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19. «È commovente vedervi impegnati nel vostro lavoro con le difficoltà e i grandi sforzi che ormai tutto il mondo conosce. E soprattutto vedervi piangere», scriveva lo stilista. «Credo che questo sentimento si colleghi al mio desiderio di intraprendere la carriera di medico quando ero giovane e cercavo una mia strada. Tutta la Giorgio Armani è sensibile a questa realtà ed è vicina a tutti voi: dal barelliere all'infermiera, dai medici di base a tutti gli specialisti del settore. Vi sono personalmente vicino».
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Boris Johnson positivo al coronavirus. «Ho febbre e tosse, guiderò il governo da casa»: Contagiato anche un ministro
Boris Johnson è positivo al coronavirus: il premier britannico è stato contagiato dal Covid-19 ed è in autoisolamento, riporta Downing Street, che precisa che i sintomi sono al momento «leggeri». «Nelle ultime 24 ore ho avvertito alcuni sintomi e sono risultato positivo al coronavirus - ha fatto sapere in un video postato su Twitter il premier inglese - Ora sono in autoisolamento, ma continuerò a lavorare in videoconferenza e a guidare il Governo nella battaglia contro questo virus. Insieme lo batteremo».
Johnson ha ringraziato tutto lo staff e «il nostro meraviglioso personale» sanitario. Il premier nel suo video spiega di avere febbre e tosse, ma di essere in grado di guidare il Paese. «Sto lavorando da casa in auto-isolamento perché è assolutamente la cosa giusta da fare. Ma non abbiate dubbi che posso continuare a guidare la controffensiva nazionale contro il coronavirus, col mio top team, grazie alla magia delle moderne tecnologie».
IERI IL TAMPONE Il tampone è stato eseguito ieri dopo che il primo ministro conservatore aveva accusato sintomi definiti leggeri di contagio da Covid-19. «Dopo aver manifestato sintomi lievi ieri, il Primo Ministro è stato sottoposto al test sul coronavirus su personale consiglio del chief medical officer, il professor Chris Whitty», ha detto oggi una portavoce di Downing Street. «Il test è stato eseguito da personale dell'Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) qui al numero 10 e il risultato è stato positivo».
La portavoce ha precisato che comunque Johnson al momento non ha smesso di lavorare e «continua a guidare la risposta del governo all'emergenza coronavirus». Nei giorni scorsi era stato precisato che, in caso d'impedimento, la guida dell'esecutivo sarebbe passata temporaneamente al suo vicario di fatto, il titolare degli Esteri, Dominic Raab, uno dei due ministri elevati nei mesi scorsi al rango di Primo Segretario di Stato (l'altro è Michael Gove).
POSITIVO ANCHE IL MINISTRO DELLA SANITA' Il coronavirus dilaga nel governo britannico colpendo dopo Boris Johnson un'altra figura chiave nell'emergenza: il ministro della Sanità, Matt Hancock, che ha confermato in prima persona di essere a sua volta risultato positivo al test e di avere al momento «sintomi lievi». Hancock è ora in auto-isolamento, come ha fatto sapere.
Johnson ha ringraziato tutto lo staff e «il nostro meraviglioso personale» sanitario. Il premier nel suo video spiega di avere febbre e tosse, ma di essere in grado di guidare il Paese. «Sto lavorando da casa in auto-isolamento perché è assolutamente la cosa giusta da fare. Ma non abbiate dubbi che posso continuare a guidare la controffensiva nazionale contro il coronavirus, col mio top team, grazie alla magia delle moderne tecnologie».
IERI IL TAMPONE Il tampone è stato eseguito ieri dopo che il primo ministro conservatore aveva accusato sintomi definiti leggeri di contagio da Covid-19. «Dopo aver manifestato sintomi lievi ieri, il Primo Ministro è stato sottoposto al test sul coronavirus su personale consiglio del chief medical officer, il professor Chris Whitty», ha detto oggi una portavoce di Downing Street. «Il test è stato eseguito da personale dell'Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) qui al numero 10 e il risultato è stato positivo».
La portavoce ha precisato che comunque Johnson al momento non ha smesso di lavorare e «continua a guidare la risposta del governo all'emergenza coronavirus». Nei giorni scorsi era stato precisato che, in caso d'impedimento, la guida dell'esecutivo sarebbe passata temporaneamente al suo vicario di fatto, il titolare degli Esteri, Dominic Raab, uno dei due ministri elevati nei mesi scorsi al rango di Primo Segretario di Stato (l'altro è Michael Gove).
POSITIVO ANCHE IL MINISTRO DELLA SANITA' Il coronavirus dilaga nel governo britannico colpendo dopo Boris Johnson un'altra figura chiave nell'emergenza: il ministro della Sanità, Matt Hancock, che ha confermato in prima persona di essere a sua volta risultato positivo al test e di avere al momento «sintomi lievi». Hancock è ora in auto-isolamento, come ha fatto sapere.
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Coronavirus, Chloe muore a 21 anni senza avere patologie pregresse: «La vittima più giovane del Regno Unito»
Muore a 21 anni per coronavirus. Chloe Middleton era sana, non aveva altre patologie pregresse ed era molto giovane, la più giovane vittima del Regno Unito. I contagi in Inghilterra stanno crescendo e la situazione inizia a preoccupare tanto da spingere il primo ministro a una chiusura di locali pubblici, scuole e altre attività.
Chloe aveva solo 21 anni, viveva a High Wycombe, una località della contea del Buckinghamshire. Stava bene fino a quando non ha contratto il covid-19 ed è morta. La famiglia ha voluto raccontare la sua storia sottolineando che la giovane era sana, non aveva altre patologie ma il virus è stato letale. Ancora un caso mostra tristemente come il coronavirus non sia una malattia che colpisce solo le persone anziane o malate, ma soprattutto che rischiano la vita anche i giovani e le persone sane.
Per questo, la famiglia della 21enne, invita tutti a rispettare le misure restrittive, a evitare contatti e a fermare il contagio in ogni modo. In Inghilterra ci sono oltre 10 mila casi di contagi, lo stesso primo ministro è stato colpito dal virus.
mercoledì 25 marzo 2020
Il giallo del video del Tg Leonardo del 2015 in cui si raccontava del Coronavirus creato nei laboratori cinesi per attaccare i polmoni dell'uomo
Il video del programma Rai Leonardo che racconta la nascita del coronavirus in un labroatorio della Cina. Ormai impazza su tutti i telefoni d'italia in questo preciso istante. Un video che inquieta, soprattutto se visto in questi giorni. Si tratta di un video del Tg Leonardo della Rai, andato in onda il 16 novembre 2015, quasi cinque anni fa.
Nel video si parla di un "super virus" polmonare creato in laboratorio in Cina, un virus creato da "pipistrelli e topi".
Poi il conduttore, entrando nello specifico racconta: «Si tratta di una proteina presa dai pipistrelli innestata sul Virus della Sars - la polmonite acuta - ricavato dai topi e ne esce un supervirus che potrebbe colpire gli uomini». Vale la pena si chiede creare un pericolo così grande per motivi di studio?
Nel servizio si parla proprio di un «coronavirus trocato nei pipistrelli su un virus che provoca la Sars» Poi ancora più inquietante si aggiunge: «L'ibrido è adatto ad attaccare l'uomo: una precisa molecola permette al coronavirus di attaccarsi alle nostre cellule respiratorie scatenando la sindrome».
Parole che fanno impressione, che scatenano alcune domande. Innanzitutto va precisato che il video è originale, non è contraffato e non è un fake. Tutto è andato in onda normalemente.
Certo è difficile non porsi delle domande: quel virus creato in laboratorio quasi cinque anni fa, è quello con cui stiamo combattendo in questo momento in tutto il mondo? Il virus - creato proprio in Cina - è in qualche modo "scappato" dal controllo dei laboratori cinesi?
Fino ad ora - va specificato - tutte le risultanze scientifiche hanno escluso la possibilità che il SarsCov2 venga da un laboratorio, e tutti gli scienziati parlano di un contagio e di un salto di specie del Coronavirus grazie ad un ospite che ha traghettato il virus dal pipistrello all'uomo.
Ma questo video, sinceramente, lascia aperte molte domande sulle quali è lecito avere approfondite risposte.
Nel video si parla di un "super virus" polmonare creato in laboratorio in Cina, un virus creato da "pipistrelli e topi".
Poi il conduttore, entrando nello specifico racconta: «Si tratta di una proteina presa dai pipistrelli innestata sul Virus della Sars - la polmonite acuta - ricavato dai topi e ne esce un supervirus che potrebbe colpire gli uomini». Vale la pena si chiede creare un pericolo così grande per motivi di studio?
Nel servizio si parla proprio di un «coronavirus trocato nei pipistrelli su un virus che provoca la Sars» Poi ancora più inquietante si aggiunge: «L'ibrido è adatto ad attaccare l'uomo: una precisa molecola permette al coronavirus di attaccarsi alle nostre cellule respiratorie scatenando la sindrome».
Parole che fanno impressione, che scatenano alcune domande. Innanzitutto va precisato che il video è originale, non è contraffato e non è un fake. Tutto è andato in onda normalemente.
Certo è difficile non porsi delle domande: quel virus creato in laboratorio quasi cinque anni fa, è quello con cui stiamo combattendo in questo momento in tutto il mondo? Il virus - creato proprio in Cina - è in qualche modo "scappato" dal controllo dei laboratori cinesi?
Fino ad ora - va specificato - tutte le risultanze scientifiche hanno escluso la possibilità che il SarsCov2 venga da un laboratorio, e tutti gli scienziati parlano di un contagio e di un salto di specie del Coronavirus grazie ad un ospite che ha traghettato il virus dal pipistrello all'uomo.
Ma questo video, sinceramente, lascia aperte molte domande sulle quali è lecito avere approfondite risposte.
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Coronavirus, Barbara D'Urso s'infuria a Pomeriggio 5: «Vi voglio sputtan***». Ecco cosa sta succedendo
Su Leggo.it le ultime novità. Coronavirus, Barbara D'Urso s'infuria a Pomeriggio 5: «Li voglio sputtan***». Ecco cosa sta succedendo. In tempi di coronavirus, la conduttrice continua con le sue dirette per tenere informati e fare compagnia ai telespettatori. Oggi, la conduttrice si è collegata con il sindaco di Messina Cateno De Luca per parlare delle criticità al porto di Messina.
Il sindaco De Luca racconta a Barbara D'Urso anche della famosa Renault 4, in viaggio dalla Francia alla Sicilia. «I francesi - avrebbe detto De Luca - si erano dati appuntamento in Sicilia con i loro amici spagnoli. Abbiamo dei video di un festino». A quel punto, la conduttrice sarebbe andata su tutte le furie: «Se avete dei video mandatemeli, li voglio sputtan***».
Poi, Barbara D'Urso si collega con la conferenza stampa del presidente Giuseppe Conte che annuncia: «Pene pecuniarie per chi viola le regole restrittive da 400 a 3000 euro».
Il sindaco De Luca racconta a Barbara D'Urso anche della famosa Renault 4, in viaggio dalla Francia alla Sicilia. «I francesi - avrebbe detto De Luca - si erano dati appuntamento in Sicilia con i loro amici spagnoli. Abbiamo dei video di un festino». A quel punto, la conduttrice sarebbe andata su tutte le furie: «Se avete dei video mandatemeli, li voglio sputtan***».
Poi, Barbara D'Urso si collega con la conferenza stampa del presidente Giuseppe Conte che annuncia: «Pene pecuniarie per chi viola le regole restrittive da 400 a 3000 euro».
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Coronavirus, positivo il ragazzo che aveva leccato il water di un bagno pubblico per seguire la challenge su TikTok
Si è filmato mentre leccava un water per "sfidare" il coronavirus e ora è in ospedale. Un ragazzo britannico, subito dopo il diffondersi della pandemia, ha risposto a una challange in cui si invitava tutti a sfidare il virus e a leccare tutti quegli oggetti pubblici che potevano essere regno di batteri e virus. Ora però pare che il giovane sia stato ricoverato in ospedale, in condizioni critiche, proprio perché positivo al covid-19.
La challange fu subito considerata dagli esperti "irresponsabile" e sono stati fatti diversi appelli affinché non si seguisse quell'esempio che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravi non solo sui soggetti stessi, ma anche sui loro contatti che sarebbero poi potuti essere contagiati. A lanciarla è stata una ragazza, ma purtroppo molti sul web hanno deciso di emularla pubblicando i loro filmati.
Da ieri, #CoronavirusChallenge è stato visto che è stato visto 931,6 milioni di volte su TikTok, tuttavia, l'hashtag viene utilizzato anche dalla Croce Rossa britannica e dall'Organizzazione mondiale della sanità per condividere consigli sulla pandemia. Il social intanto ha annunciato che rimuoverà tutti i video considerati irresponsabili in questa situazione di emergenza. I casi ufficiali della Gran Bretagna ieri sono saliti a 8.077 e il bilancio delle vittime è di 422.
Il principe Carlo positivo al coronavirus: il 10 marzo la cena con Alberto di Monaco, il 12 l'incontro con la Regina Elisabetta
Il principe Carlo, 71 anni, erede al trono britannico della Regina Elisabetta, è risultato positivo al test del coronavirus. Lo rende noto Buckingham Palace. Carlo era in isolamento in Scozia da alcuni giorni. Anche la consorte Camilla, duchessa di Cornovaglia, si è sottoposta al test che è risultato negativo. Il principe Carlo sta mostrando lievi sintomi «ma rimane in buona salute», ha riferito un portavoce. Tra i recenti impegni del principe una cena del 10 marzo al Water Aid in cui sedeva di fronte al Principe Alberto II di Monaco, di recente risultato positivo al virus. Secondo la Bbc l'ultimo incontro con la Regina Elisabetta sarebbe avvenuto il 12 marzo a Buckingham Palace.
IN ISOLAMENTO IN SCOZIA
Il portavoce ha aggiunto: «In accordo con il governo e la consulenza medica, il principe e la duchessa si stanno autoisolando a casa in Scozia. I test sono stati effettuati dall'NHS nell'Aberdeenshire». «Non è possibile accertare da chi il principe abbia preso il virus a causa dell'elevato numero di incarichi che ha svolto nel suo ruolo pubblico nelle ultime settimane - ha spiegato - È improbabile che il principe Carlo abbia avuto con altri membri della famiglia reale, poiché la regina Elisabetta II, 93 anni, e il principe Filippo, 98 anni, alloggiano entrambi al Castello di Windsor, nel Berkshire».
L'ULTIMA VISITA CON LA REGINA ELISABETTA
Risale al 12 marzo l'ultimo impegno pubblico del principe Carlo. Lo sottolineano fonti della corte britannica, puntualizzando che il 71enne erede al trono ha visto per l'ultima volta sua madre, la quasi 94enne regina Elisabetta, «prima del 13 marzo». Effettivamente l'ultima immagine pubblica insieme risale al 9 marzo in occasione del Commonwealth Day nell'Abbazia di Westminster. Secondo la Bbc però l'ultimo incontro tra i due sarebbe avvenuto il 12 marzo a Buckingham Palace.
Nei giorni successivi, hanno aggiunto le fonti, ha avuto solo alcuni singoli incontri privati con conoscenti, funzionari e dignitari, prima di trasferirsi in auto-isolamento precauzionale con la consorte Camilla nella residenza di Balmoral, in Scozia. Tutti gli ultimi interlocutori entrati in contatto con lui sono stati avvertiti per i controlli del caso. Carlo e Camilla, hanno confermato le fonti, restano ora isolati a Balmoral con un piccolo gruppo di persone del loro staff.
IL 12 MARZO IL DISCORSO A UNA CENA IN AIUTO DELL'AUSTRALIA
Il principe Carlo il 12 marzo ha tenuto un discorso durante una cena tenutasi in aiuto allo sforzo australiano di ripresa degli incendi boschivi, rendendo omaggio alla "straordinaria determinazione e capacità di recupero" del popolo australiano. Il filmato è stato pubblicato sull'account Instagram ufficiale della Royal Family.
Lo scorso 21 febbraio, stando sempre alle immagini pubblicate sui social, l'erede al trono britannico ha incontrato residenti e imprenditori colpiti dalle recenti alluvioni nella città di Pontypridd. Il principe ha anche incontrato alcuni membri del personale dei servizi di emergenza coinvolti nell'operazione di salvataggio.
IN ISOLAMENTO IN SCOZIA
Il portavoce ha aggiunto: «In accordo con il governo e la consulenza medica, il principe e la duchessa si stanno autoisolando a casa in Scozia. I test sono stati effettuati dall'NHS nell'Aberdeenshire». «Non è possibile accertare da chi il principe abbia preso il virus a causa dell'elevato numero di incarichi che ha svolto nel suo ruolo pubblico nelle ultime settimane - ha spiegato - È improbabile che il principe Carlo abbia avuto con altri membri della famiglia reale, poiché la regina Elisabetta II, 93 anni, e il principe Filippo, 98 anni, alloggiano entrambi al Castello di Windsor, nel Berkshire».
L'ULTIMA VISITA CON LA REGINA ELISABETTA
Risale al 12 marzo l'ultimo impegno pubblico del principe Carlo. Lo sottolineano fonti della corte britannica, puntualizzando che il 71enne erede al trono ha visto per l'ultima volta sua madre, la quasi 94enne regina Elisabetta, «prima del 13 marzo». Effettivamente l'ultima immagine pubblica insieme risale al 9 marzo in occasione del Commonwealth Day nell'Abbazia di Westminster. Secondo la Bbc però l'ultimo incontro tra i due sarebbe avvenuto il 12 marzo a Buckingham Palace.
Nei giorni successivi, hanno aggiunto le fonti, ha avuto solo alcuni singoli incontri privati con conoscenti, funzionari e dignitari, prima di trasferirsi in auto-isolamento precauzionale con la consorte Camilla nella residenza di Balmoral, in Scozia. Tutti gli ultimi interlocutori entrati in contatto con lui sono stati avvertiti per i controlli del caso. Carlo e Camilla, hanno confermato le fonti, restano ora isolati a Balmoral con un piccolo gruppo di persone del loro staff.
IL 12 MARZO IL DISCORSO A UNA CENA IN AIUTO DELL'AUSTRALIA
Il principe Carlo il 12 marzo ha tenuto un discorso durante una cena tenutasi in aiuto allo sforzo australiano di ripresa degli incendi boschivi, rendendo omaggio alla "straordinaria determinazione e capacità di recupero" del popolo australiano. Il filmato è stato pubblicato sull'account Instagram ufficiale della Royal Family.
Lo scorso 21 febbraio, stando sempre alle immagini pubblicate sui social, l'erede al trono britannico ha incontrato residenti e imprenditori colpiti dalle recenti alluvioni nella città di Pontypridd. Il principe ha anche incontrato alcuni membri del personale dei servizi di emergenza coinvolti nell'operazione di salvataggio.
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GfVip, frase scioccante di Zequila su Antonella Elia. Rivolta sui social: «Vergogna»
Siamo tutti perfettamente consapevoli che nella casa del Grande Fratello Vip spesso si finisca per fare dichiarazioni fuori dalle righe, come è successo a Sossio Aruta. Ebbene anche Antonio Zequila, si è lasciato andare ad alcune esternazioni non proprio felici sui cani randagi e su Antonella Elia. Ma cos’avrà detto di preciso di tanto grave da far indignare il popolo del web?
Zequila shock: “Una botta in testa, come ai cani randagi”
Partiamo dal principio. Antonio era in giardino insieme a Fernanda Lessa, Paolo Ciavarro e Andrea Denver, con i quali stava parlando di Antonella Elia e delle sue sfuriate continue all’interno della casa.
“Lei fa come i cani randagi – ha detto Zequila parlando della coinquilina – se gli dai una botta in testa, gli dici basta, il cane sta fermo”.
Una frase decisamente fuori posto, che è stata sottolineata da Fernanda Lessa, che ha detto: “In Brasile se arriva un gruppo di cani randagi, tu ti pieghi, fai finta di prendere un sasso e così pouf”.
L’unico che ha provato a dire qualcosa è stato Andrea Denver, che ha fatto notare ad Antonio di avere esagerato. La frittata, però, era già fatta e su Twitter sono comparsi subito una serie di commenti arrabbiati a riguardo.
L’indignazione del web contro Antonio Zequila
“Ma è vero che Zequila ha detto che Antonella andrebbe presa a bastonate come i cani randagi? – ha scritto una persona su Twitter – Dicono lo abbia detto stamattina a Fernanda! Ma è una frase orribile!!”
E ancora: “Quindi, secondo Zequila, i cani randagi vanno presi a pietrate. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa la Lega Nazionale per la Difesa del Cane e l’ENPA, visto che è UN REATO dire queste cose e in TV specialmente!”
Zequila shock: “Una botta in testa, come ai cani randagi”
Partiamo dal principio. Antonio era in giardino insieme a Fernanda Lessa, Paolo Ciavarro e Andrea Denver, con i quali stava parlando di Antonella Elia e delle sue sfuriate continue all’interno della casa.
“Lei fa come i cani randagi – ha detto Zequila parlando della coinquilina – se gli dai una botta in testa, gli dici basta, il cane sta fermo”.
Una frase decisamente fuori posto, che è stata sottolineata da Fernanda Lessa, che ha detto: “In Brasile se arriva un gruppo di cani randagi, tu ti pieghi, fai finta di prendere un sasso e così pouf”.
L’unico che ha provato a dire qualcosa è stato Andrea Denver, che ha fatto notare ad Antonio di avere esagerato. La frittata, però, era già fatta e su Twitter sono comparsi subito una serie di commenti arrabbiati a riguardo.
L’indignazione del web contro Antonio Zequila
“Ma è vero che Zequila ha detto che Antonella andrebbe presa a bastonate come i cani randagi? – ha scritto una persona su Twitter – Dicono lo abbia detto stamattina a Fernanda! Ma è una frase orribile!!”
E ancora: “Quindi, secondo Zequila, i cani randagi vanno presi a pietrate. Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa la Lega Nazionale per la Difesa del Cane e l’ENPA, visto che è UN REATO dire queste cose e in TV specialmente!”
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lunedì 23 marzo 2020
Coronavirus, Rana aumenta stipendio ai dipendenti: «Più 25%, anche 400 euro per la babysitter»
Buone notizie per i lavoratori Rana. In un momento difficile come questo per via della pandemia di coronavirus, i pastifici dello storico marchio Giovanni Rana aumentano lo stipendio ai dipendenti: l'amministratore delegato di Rana, Gian Luca Rana, ha infatti varato un piano straordinario di aumenti salariali per 2 milioni di euro, come speciale riconoscimento dell'impegno dei 700 dipendenti presenti nei cinque stabilimenti in Italia che stanno garantendo la continuità negli approvvigionamenti alimentari.
Il piano, che decorre retroattivamente dal 9 marzo, coprirà anche il mese di aprile. Secondo quanto comunica l'azienda veronese, tra le misure previste vi sono una maggiorazione dello stipendio del 25% per ogni giorno lavorato e un ticket mensile straordinario di 400 euro per le spese di babysitting. Rana ha inoltre deciso di stipulare una polizza assicurativa a favore di tutti i dipendenti, compresi quelli in smart working, in caso di contagio da Covid-19, a integrazione del rafforzamento delle procedure di sicurezza e prevenzione già messe in atto dall'azienda.
Il piano, che decorre retroattivamente dal 9 marzo, coprirà anche il mese di aprile. Secondo quanto comunica l'azienda veronese, tra le misure previste vi sono una maggiorazione dello stipendio del 25% per ogni giorno lavorato e un ticket mensile straordinario di 400 euro per le spese di babysitting. Rana ha inoltre deciso di stipulare una polizza assicurativa a favore di tutti i dipendenti, compresi quelli in smart working, in caso di contagio da Covid-19, a integrazione del rafforzamento delle procedure di sicurezza e prevenzione già messe in atto dall'azienda.
Conte, nuovo messaggio agli italiani. «Chiudiamo ogni attività produttiva non strettamente necessaria in tutta Italia»
Il Premier Giuseppe Conte torna a parlare agli italiani. E lo fa per annunciare che il governo ha deciso di "chiudere ogni attività produttiva non strettamente essenziale per il paese".
Per la terza volta in circa 15 giorni il Presidente del Consiglio si presenta al cospetto dei suoi concittadini per aggiornarli sull'emergenza Coronvavirus. L'appuntamento fissato dal Presidente del Consiglio, che ha scelto la sua pagina facebook per dialogare con il Paese, arriva dopo la decisione di Lombardia e Piemonte di stringere ulteriormente il lockdown in atto da circa 15 giorni.
Giuseppe Conte ha subito ribadito la sua scelta di trasparenza davanti al paese: «E' la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra», ha detto. «La morte di così tanti concittadini - ha continuato - non sono semplici numeri per noi, ma sappiamo che sono gli affetti più cari di molte famiglie di italiani»
«Dobbiamo continuare a rispettare le regole - ha ammonnito il premier - con continuità e fiducia. Rinunciare a radicate abitudini non è facile. Dobbiamo resistere. Solo in questo modo tuteleremo le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragaonato a quello di altri concittadini che lavorano negli ospedali».
Poi l'annuncio: ««La decisione assunta dal governo è quella di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni, servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con i sindacati, con le associazioni di categoria - spiega Conte - per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere produttive, delle attività, dei servizi di pubblica utilità, quelli che sono più necessari per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza». Qui arriva una "preghiera" di Conte, che chiarisce che i supermercati rimarrano aperti. «Continueranno a restare aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di genere alimentari e di generi di prima necessità. Invito tutti a mantenere la massima calma».
«Rallentiamo il motore produttivo nel paese - ammette Conte - ma non lo fermiamo. Non è una decisione facile, ma si rende necessaria oggi per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell'epidemia. A voi tutti dico: lo Stato c'è, il governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa»».
Per la terza volta in circa 15 giorni il Presidente del Consiglio si presenta al cospetto dei suoi concittadini per aggiornarli sull'emergenza Coronvavirus. L'appuntamento fissato dal Presidente del Consiglio, che ha scelto la sua pagina facebook per dialogare con il Paese, arriva dopo la decisione di Lombardia e Piemonte di stringere ulteriormente il lockdown in atto da circa 15 giorni.
Giuseppe Conte ha subito ribadito la sua scelta di trasparenza davanti al paese: «E' la crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra», ha detto. «La morte di così tanti concittadini - ha continuato - non sono semplici numeri per noi, ma sappiamo che sono gli affetti più cari di molte famiglie di italiani»
«Dobbiamo continuare a rispettare le regole - ha ammonnito il premier - con continuità e fiducia. Rinunciare a radicate abitudini non è facile. Dobbiamo resistere. Solo in questo modo tuteleremo le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragaonato a quello di altri concittadini che lavorano negli ospedali».
Poi l'annuncio: ««La decisione assunta dal governo è quella di chiudere nell'intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni, servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con i sindacati, con le associazioni di categoria - spiega Conte - per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere produttive, delle attività, dei servizi di pubblica utilità, quelli che sono più necessari per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza». Qui arriva una "preghiera" di Conte, che chiarisce che i supermercati rimarrano aperti. «Continueranno a restare aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di genere alimentari e di generi di prima necessità. Invito tutti a mantenere la massima calma».
«Rallentiamo il motore produttivo nel paese - ammette Conte - ma non lo fermiamo. Non è una decisione facile, ma si rende necessaria oggi per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell'epidemia. A voi tutti dico: lo Stato c'è, il governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa»».
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Coronavirus, viola l'isolamento per andare dall'amante positiva al Covid-19: due paesi messi in quarantena in Argentina
Va a letto con l'amante e diffonde il coronavirus. Una donna ha ceduto alle avances di un suo ex di molti anni fa andando a letto con lui e tradendo il marito. I due amanti però sono risultati positivi al coronavirus e per la loro irrefrenabile passione due paesi argentini sono finiti in quarantena.
Danilo H., 27 anni originario di Ceres, Santa Fe, nei primi giorni di marzo è andato a Cordoba per incontrare la sua ex fidanzata, rientrata da poco in Argentina dalla Spagna e ormai sposata con un altro uomo. Pochi giorni dopo la donna ha scoperto di essere positiva al Covid-19 mentre il suo amante era tornato nella sua città frequentando gli amici, uscendo e recandosi anche a Selva, un paesino di quattromila abitanti, dove ha partecipato a una festa.
A causa sua però i due paesi sono finiti interamente in quarantena, chiusi per paura che il virus possa diffondersi. Il giovane non ha certo nascosto la sua scappatella, tanto da arrivare alle orecchie del governatore di Santiago del Estero, che ha deciso di blindare le due città.
Danilo H., 27 anni originario di Ceres, Santa Fe, nei primi giorni di marzo è andato a Cordoba per incontrare la sua ex fidanzata, rientrata da poco in Argentina dalla Spagna e ormai sposata con un altro uomo. Pochi giorni dopo la donna ha scoperto di essere positiva al Covid-19 mentre il suo amante era tornato nella sua città frequentando gli amici, uscendo e recandosi anche a Selva, un paesino di quattromila abitanti, dove ha partecipato a una festa.
A causa sua però i due paesi sono finiti interamente in quarantena, chiusi per paura che il virus possa diffondersi. Il giovane non ha certo nascosto la sua scappatella, tanto da arrivare alle orecchie del governatore di Santiago del Estero, che ha deciso di blindare le due città.
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Adriana Volpe rompe il silenzio dopo il lutto: «Grazie per l'affetto, vi chiedo una preghiera per la mia famiglia»
Adriana Volpe rompe il silenzio dopo il lutto e l'abbandono del Grande Fratello Vip. Il suocero è morto dopo essere stato contagiato dal coronavirus e lei ha deciso di rivolgersi a tutti i followers e alle persone che le sono state vicine con un post su Instagram. Da due giorni è tornata accanto al marito Roberto e alla figlia Giselle. Ai suoi coinquilini, congedandosi, non aveva chiarito il motivo della sua uscita dal gioco.
«In questo momento - scrive la conduttrice sui social - è veramente difficile per me trovare parole per esprimere ciò che ho dentro Il cuore. Ma è proprio da lì che parte il mio immenso GRAZIE per tutto il calore, l’affetto la solidarietà che mi state dimostrando. È incredibile e prezioso. Il nostro mondo è in ginocchio, ma dobbiamo essere fermamente convinti che andrà tutto bene. Vi chiedo una preghiera per la mia famiglia». Subito tra i commenti sono seguite le condoglianze di chi ha voluto esprimere il proprio cordoglio. Molti i personaggi dello spettacolo che hanno speso una parola gentile per darle conforto.
Adriana Volpe ha abbandonato il reality all'improvviso, ma erano giorni che veniva aggiornata in confessionale sullo stato di salute di un suo parente. Aveva salutato i coinquilini tra le lacrime ringraziandoli dell'affetto di questi ultimi 70 giorni e raccomandando loro di essere forti, ma non aveva detto nulla di più. «Volevo ringraziare ognuno di voi perché in questo viaggio mi avete dato tantissimo. Ho fatto di tutto per rimanere qua e per credere al messaggio "Andrà tutto bene". Vi volevo salutare uno a uno. Devo veramente uscire perché il ruolo di mamma, di moglie… Ho delle cose da risolvere veramente importanti. Siate forti e dite una preghiera per me», aveva detto in giardino.
«In questo momento - scrive la conduttrice sui social - è veramente difficile per me trovare parole per esprimere ciò che ho dentro Il cuore. Ma è proprio da lì che parte il mio immenso GRAZIE per tutto il calore, l’affetto la solidarietà che mi state dimostrando. È incredibile e prezioso. Il nostro mondo è in ginocchio, ma dobbiamo essere fermamente convinti che andrà tutto bene. Vi chiedo una preghiera per la mia famiglia». Subito tra i commenti sono seguite le condoglianze di chi ha voluto esprimere il proprio cordoglio. Molti i personaggi dello spettacolo che hanno speso una parola gentile per darle conforto.
Adriana Volpe ha abbandonato il reality all'improvviso, ma erano giorni che veniva aggiornata in confessionale sullo stato di salute di un suo parente. Aveva salutato i coinquilini tra le lacrime ringraziandoli dell'affetto di questi ultimi 70 giorni e raccomandando loro di essere forti, ma non aveva detto nulla di più. «Volevo ringraziare ognuno di voi perché in questo viaggio mi avete dato tantissimo. Ho fatto di tutto per rimanere qua e per credere al messaggio "Andrà tutto bene". Vi volevo salutare uno a uno. Devo veramente uscire perché il ruolo di mamma, di moglie… Ho delle cose da risolvere veramente importanti. Siate forti e dite una preghiera per me», aveva detto in giardino.
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Alex Baroni, la mamma Marina Marcelletti morta per coronavirus: «Stanotte lo ha raggiunto»
Tra le vittime del coronavirus anche la mamma di Alex Baroni, il cantante scomparso nel 2002. A darne notizia è il Corriere della Sera, che riporta un post su Facebook di Valeria Frasca, cugina del cantante e nipote di Marina Marcelletti, la zia defunta.
Nel post si legge: «Finora solo numeri. Li leggi, e forse l’istinto alla vita ti fa pensare che quella cosa non ti toccherà mai. Parlare del proprio dolore sui social è cosa complicata e discutibile lo so. Ma per una volta infrango la regola. Oggi se n’è andata una mia zia adoratissima. Si chiamava Marina, aveva una treccia lunghissima ed era la donna più solare e positiva Io abbia mai conosciuto».
«Perse un figlio tanti anni fa - continua il post - qualcuno di voi forse lo ricorderà, faceva il cantante il suo nome era Alex Baroni. Dopo quella tragedia Marina per combattere il dolore si mise a correre, a correre kilometri, una runner si direbbe oggi, e a viaggiare viaggiare ovunque, sempre sempre in movimento. Marina ha preso il coronavirus e stanotte ha raggiunto il suo Alex.
Non ci saranno funerali, ma un pensiero immenso per lei, che possa correre anche lassù nel cielo. Ciao Marina immensa».
Alex Baroni, il cantante rimasto nel cuore degli italiani, morì il 13 aprile del 2002 a Roma, in seguito a un incidente in moto sulla circonvallazione Clodia. Per quattro anni era stato legato sentimentalmente alla collega Giorgia, che ogni 13 aprile, giorno del suo compleanno, gli dedica un tenero pensiero. Aveva 36 anni.
Nel post si legge: «Finora solo numeri. Li leggi, e forse l’istinto alla vita ti fa pensare che quella cosa non ti toccherà mai. Parlare del proprio dolore sui social è cosa complicata e discutibile lo so. Ma per una volta infrango la regola. Oggi se n’è andata una mia zia adoratissima. Si chiamava Marina, aveva una treccia lunghissima ed era la donna più solare e positiva Io abbia mai conosciuto».
«Perse un figlio tanti anni fa - continua il post - qualcuno di voi forse lo ricorderà, faceva il cantante il suo nome era Alex Baroni. Dopo quella tragedia Marina per combattere il dolore si mise a correre, a correre kilometri, una runner si direbbe oggi, e a viaggiare viaggiare ovunque, sempre sempre in movimento. Marina ha preso il coronavirus e stanotte ha raggiunto il suo Alex.
Non ci saranno funerali, ma un pensiero immenso per lei, che possa correre anche lassù nel cielo. Ciao Marina immensa».
Alex Baroni, il cantante rimasto nel cuore degli italiani, morì il 13 aprile del 2002 a Roma, in seguito a un incidente in moto sulla circonvallazione Clodia. Per quattro anni era stato legato sentimentalmente alla collega Giorgia, che ogni 13 aprile, giorno del suo compleanno, gli dedica un tenero pensiero. Aveva 36 anni.
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Coronavirus, ricercatori cinesi: «Più a rischio col sangue gruppo A»
Alcuni gruppi sanguigni, in particolare il gruppo A, potrebbero essere leggermente più vulnerabili a Covid-19. È quanto emerge da uno studio dei ricercatori cinesi della Southern University of Science and Technology di Shenzhen.
Secondo quanto riporta l'AdnKronos, i ricercatori sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato campioni di sangue di 2173 pazienti con Covid-19 in tre ospedali nelle città cinesi di Shenzhen e di Wuhan, primo epicentro dell'epidemia.
Poi hanno confrontato queste informazioni con i dati di 3694 persone sane a Wuhan e 23.386 a Shenzhen. Analizzando tutti i risultati, gli scienziati hanno concluso che «il gruppo sanguigno A presenta un rischio significativamente più elevato di Covid-19» rispetto ai gruppi non A. I soggetti di gruppo 0 hanno invece «un rischio significativamente più basso per la malattia infettiva». Secondo lo studio, quindi, medici e infermieri con gruppo sanguigno A «potrebbero aver bisogno di protezioni rinforzate».
Secondo quanto riporta l'AdnKronos, i ricercatori sono arrivati a questa conclusione dopo aver analizzato campioni di sangue di 2173 pazienti con Covid-19 in tre ospedali nelle città cinesi di Shenzhen e di Wuhan, primo epicentro dell'epidemia.
Poi hanno confrontato queste informazioni con i dati di 3694 persone sane a Wuhan e 23.386 a Shenzhen. Analizzando tutti i risultati, gli scienziati hanno concluso che «il gruppo sanguigno A presenta un rischio significativamente più elevato di Covid-19» rispetto ai gruppi non A. I soggetti di gruppo 0 hanno invece «un rischio significativamente più basso per la malattia infettiva». Secondo lo studio, quindi, medici e infermieri con gruppo sanguigno A «potrebbero aver bisogno di protezioni rinforzate».
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venerdì 20 marzo 2020
Coronavirus, i sintomi da non sottovalutare: perdita del gusto, olfatto e diarrea
Perdita dell'olfatto, del gusto e diarrea. I tre i sintomi che non vanno sottovalutati se si teme di avere il coronavirus. A sostenerlo è Hendrik Streeck, virologo di Bonn che sta coordinando le indagini nell’area di Heinsberg, la cittadina del Land Nordreno-Vestfalia dove per ora è concentrata l’epidemia in Germania.
L'esperto, come riportato da Il Corriere della Sera, ha riscontrato la perdita di olfatto e di gusto tra i pazienti riscontrati positivi. Pare siano sintomi molto evidenti e accentuati, al punto che una mamma, positiva, ha dichiarato di non aver sentito l'odore del pannolino sporco di suo figlio. Altri pazienti hanno dichiarato di non riuscire a sentire l'odore dello shampoo e di non sentire il gusto del cibo.
Il 30% delle persone infette avrebbe avuto anche la diarrea. Massimo Galli, infettivologo dell'Università degli Studi di Milano e primario di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco, conferma quanto detto dal medico tedesco: «Non sono ancora disponibili dati di osservazione scientifica su questo aspetto, sto parlando di osservazioni personali e del mio team. La perdita di gusto e olfatto può comparire anche in altre infezioni delle vie respiratorie, ma nella Covid-19 sembrerebbe più frequente e grave».
L'esperto, come riportato da Il Corriere della Sera, ha riscontrato la perdita di olfatto e di gusto tra i pazienti riscontrati positivi. Pare siano sintomi molto evidenti e accentuati, al punto che una mamma, positiva, ha dichiarato di non aver sentito l'odore del pannolino sporco di suo figlio. Altri pazienti hanno dichiarato di non riuscire a sentire l'odore dello shampoo e di non sentire il gusto del cibo.
Il 30% delle persone infette avrebbe avuto anche la diarrea. Massimo Galli, infettivologo dell'Università degli Studi di Milano e primario di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco, conferma quanto detto dal medico tedesco: «Non sono ancora disponibili dati di osservazione scientifica su questo aspetto, sto parlando di osservazioni personali e del mio team. La perdita di gusto e olfatto può comparire anche in altre infezioni delle vie respiratorie, ma nella Covid-19 sembrerebbe più frequente e grave».
Tiziana Ferrario: «Mio figlio positivo al coronavirus, la sua vita è stravolta»
«Mio figlio, atleta e ingegnere, è risultato positivo al coronavirus. Ha 29 anni ed è sano, ma questo non ha impedito al virus di stravolgere la sua vita». Una rivelazione delicata, quella di Tiziana Ferrario, storico volto del Tg1.
La giornalista, che vive a Roma, ha raccontato di aver visto per l'ultima volta il figlio, residente a Milano, il 23 febbario scorso: «Eravamo ad Ancona, lui aveva deciso di correre i 1500 metri ai campionati italiani indoor di atletica. Pur non essendo un professionista, si era allenato tantissimo per un anno ed era stato anche un mese in Kenya, per confrontarsi con i migliori atleti al mondo. Dopo quella volta, ognuno è tornato a casa e ci siamo sentiti solo al telefono: parlavamo proprio del coronavirus, che dilagava proprio intorno a Milano, dove vive lui».
La situazione è precipitata la scorsa settimana. «Mio figlio ha iniziato ad accusare tosse e mal di gola ed aveva la febbre a 38. Venerdì è peggiorato: ad ogni colpo di tosse, anche un po' di sangue. Il medico, al telefono, gli aveva raccomandato di prendere la tachipirina ma non ci sono stati miglioramenti e quindi è andato al pronto soccorso» - racconta Tiziana Ferrario - «Una lastra ha permesso di accertare un principio di polmonite e il tampone ha confermato la positività al coronavirus. Ora è ricoverato e le sue condizioni non sono peggiorate, non sente più sapori né odori, ma aveva questa sensazione già dai primi sintomi».
La giornalista racconta ancora: «Continuiamo a chiederci dove possa avere contratto il virus. I suoi amici stanno bene, in azienda non ci sono casi e stanno tutti bene. Sappiamo che intorno a noi ci sono molti asintomatici, il Covid-19 è un nemico subdolo e non fa distinzioni. Colpisce tutti gli organismi, può essere fatale per chi ha già altre patologie ma non risparmia nemmeno persone sane e robuste, come mio figlio. Il virus gli ha stravolto l'esistenza in pochi giorni». Tiziana Ferrario ringrazia poi i medici e gli infermieri che stanno curando il figlio come altre migliaia di persone: «Ora si trova in una stanza isolata, con un vetro, dove degli eroi entrano superprotetti per assisterlo. Il loro impegno è esemplare e non va dato per scontato, non finirò mai di ringraziarli per il lavoro che stanno facendo per tutti i malati».
La giornalista, che vive a Roma, ha raccontato di aver visto per l'ultima volta il figlio, residente a Milano, il 23 febbario scorso: «Eravamo ad Ancona, lui aveva deciso di correre i 1500 metri ai campionati italiani indoor di atletica. Pur non essendo un professionista, si era allenato tantissimo per un anno ed era stato anche un mese in Kenya, per confrontarsi con i migliori atleti al mondo. Dopo quella volta, ognuno è tornato a casa e ci siamo sentiti solo al telefono: parlavamo proprio del coronavirus, che dilagava proprio intorno a Milano, dove vive lui».
La situazione è precipitata la scorsa settimana. «Mio figlio ha iniziato ad accusare tosse e mal di gola ed aveva la febbre a 38. Venerdì è peggiorato: ad ogni colpo di tosse, anche un po' di sangue. Il medico, al telefono, gli aveva raccomandato di prendere la tachipirina ma non ci sono stati miglioramenti e quindi è andato al pronto soccorso» - racconta Tiziana Ferrario - «Una lastra ha permesso di accertare un principio di polmonite e il tampone ha confermato la positività al coronavirus. Ora è ricoverato e le sue condizioni non sono peggiorate, non sente più sapori né odori, ma aveva questa sensazione già dai primi sintomi».
La giornalista racconta ancora: «Continuiamo a chiederci dove possa avere contratto il virus. I suoi amici stanno bene, in azienda non ci sono casi e stanno tutti bene. Sappiamo che intorno a noi ci sono molti asintomatici, il Covid-19 è un nemico subdolo e non fa distinzioni. Colpisce tutti gli organismi, può essere fatale per chi ha già altre patologie ma non risparmia nemmeno persone sane e robuste, come mio figlio. Il virus gli ha stravolto l'esistenza in pochi giorni». Tiziana Ferrario ringrazia poi i medici e gli infermieri che stanno curando il figlio come altre migliaia di persone: «Ora si trova in una stanza isolata, con un vetro, dove degli eroi entrano superprotetti per assisterlo. Il loro impegno è esemplare e non va dato per scontato, non finirò mai di ringraziarli per il lavoro che stanno facendo per tutti i malati».
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Caserta, febbre alta e dolore al petto: Mara muore a 25 anni. Faceva l'infermiera e stava per sposarsi
È morta all'improvviso Mara Zara, una ragazza di 25 anni di Casal di Principe, nel casertano. A stroncare la ragazza, che lavorava come infermiera a Padova, non sarebbe stato il coronavirus, ma una miocardite. Un altro virus le sarebbe stato letale causando un'infiammazione del muscolo cardiaco. Poi sarebbero subentrate altre complicazioni e la morte cerebrale. Mara era prossima al matrimonio.
A riportare la notizia della sua morte è la stampa locale. Come riporta La Voce di Napoli, la febbre alta e il dolore al petto avevano fatto pensare inizialmente a un contagio da coronavirus, ipotesi che è stata esclusa molto presto. Anche il lavoro della ragazza aveva fatto pensare a un caso sospetto. Mara si era laureata in Scienze Infermieristiche e prestava servizio in un'azienda sanitaria padovana.
La ragazza è morta dopo alcuni giorni dal ricovero in ospedale. Prima alcuni sintomi influenzali e poi un peggioramento delle sue condizioni. Tantissimi i messaggi d’affetto e di solidarietà per l’intera famiglia di Mara e per il suo fidanzato, che sognava di portarla all'altare finito l'incubo coronavirus.
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giovedì 19 marzo 2020
Bergamo, i camion dell'esercito attraversano il cuore della città con le bare dei morti per l'epidemia
Un'immagine che rimarrà impressa a tutti. Forse l'immagine simbolo di questa epidemia. Sicuramente l'immagine che racconta meglio di ogni altra cosa il dramma che sta vivendo la città di Bergamo in questi giorni: una impressionante colonna di mezzi militari ha attraversato questa sera il cuore di Bergamo, dal cimitero monumentale fino all'autostrada, con a bordo i feretri dei morti da coronavirus che il camposanto bergamasco non riesce più a gestire.
Le bare prelevate dal cimitero di Bergamo saranno portate in forni crematori di Modena, Acqui Terme, Domodossola, Parma, Piacenza e diverse altre città che si sono rese disponibili e che sono state ringraziate dal primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori che ha scritto ad ogni sindaco una lettera.
Una volta eseguita la cremazione, le ceneri saranno riportate a Bergamo e destinate ai luoghi di provenienze dei defunti. Con questo trasferimento la città di Bergamo, si fa sapere dal Comune, torna alla normalità nella gestione dei defunti. Una gestione che nello scorso week end ha toccato un punto di over flow, dovendo fare il cimitero di Bergamo da hub per tutta la provincia.
Da qui la necessità di utilizzare la chiesa o altri locali per stipare le bare. «Il forno crematorio di Bergamo, lavorando a pieno regime, 24 ore su 24, può cremare 25 defunti. È chiaro che non si poteva reggere ai numeri dei giorni scorsi», viene precisato. Inoltre le agenzie funebri non erano più in grado di gestire il servizio, alcune sono chiuse perchè i dipendenti si sono ammalati e quindi il comune attraverso la propria società 'Bergamo Onoranze Funebrì ha dovuto sopperire ai mancati ritiri dei morti.
Le bare prelevate dal cimitero di Bergamo saranno portate in forni crematori di Modena, Acqui Terme, Domodossola, Parma, Piacenza e diverse altre città che si sono rese disponibili e che sono state ringraziate dal primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori che ha scritto ad ogni sindaco una lettera.
Una volta eseguita la cremazione, le ceneri saranno riportate a Bergamo e destinate ai luoghi di provenienze dei defunti. Con questo trasferimento la città di Bergamo, si fa sapere dal Comune, torna alla normalità nella gestione dei defunti. Una gestione che nello scorso week end ha toccato un punto di over flow, dovendo fare il cimitero di Bergamo da hub per tutta la provincia.
Da qui la necessità di utilizzare la chiesa o altri locali per stipare le bare. «Il forno crematorio di Bergamo, lavorando a pieno regime, 24 ore su 24, può cremare 25 defunti. È chiaro che non si poteva reggere ai numeri dei giorni scorsi», viene precisato. Inoltre le agenzie funebri non erano più in grado di gestire il servizio, alcune sono chiuse perchè i dipendenti si sono ammalati e quindi il comune attraverso la propria società 'Bergamo Onoranze Funebrì ha dovuto sopperire ai mancati ritiri dei morti.
Chiara Ferragni, Fedez mostra il nuovo reparto di terapia intensiva al San Raffaele: «Venerdì pronto, creato in 12 giorni»
Chiara Ferragni, Fedez mostra il nuovo reparto di terapia intensiva al San Raffaele: «Venerdì pronto, creato in 12 giorni». Il rapper milanese ha mostrato sulle stories di Instagram i primi scatti del nuovo reparto di terapia intensiva del San Raffaele di Milano, realizzato grazie alla raccolta fondi promossa con la moglie Chiara Ferragni.
Il crowdfunding, che ha superato i quattro milioni di euro, servierà per aiutare anche altri ospedali in prima linea nell'emergenza. Ecco le parole di Fedez: «Venerdì 20 sarà pronta per il collaudo la nuova terapia intensiva ad alta tecnologia costruita da ZERO in 12 giorni. Grazie a tutti voi».
Il crowdfunding, che ha superato i quattro milioni di euro, servierà per aiutare anche altri ospedali in prima linea nell'emergenza. Ecco le parole di Fedez: «Venerdì 20 sarà pronta per il collaudo la nuova terapia intensiva ad alta tecnologia costruita da ZERO in 12 giorni. Grazie a tutti voi».
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Vanessa Hudgens choc sulla pandemia da coronavirus: «È un virus, le persone continueranno a morire»
«Le persone continueranno a morire, è terribile ma inevitabile». Sono state queste le parole choc pronunciate da Vanessa Hudgens, la star di "High School Musical" che ha voluto dire la sua in merito all'emergenza per il Coronavirus.
Mentre tutte le star di Hollywood, e non solo, stanno invitando i followers a rimanere a casa, lei è andata controcorrente e in merito all'ipotesi di estendere la quarantena fino a luglio ha detto: «Mi sembrano un sacco di str**te. È un virus». Poi nelle sue storie di Instagram ha continuato: «Mi dispiace, si tratta di un virus, lo capisco. Lo rispetto, ma al tempo stesso, anche se qualcuno lo prende... Sì, le persone moriranno, ed è terribile ma inevitabile. Non so, forse non dovremmo fare tutto questo».
Immediatamente è stata travolta dalle polemiche ma la Hudgens ha detto di essere stata fraintesa e che la parole sono state usate fuori dal contesto: «Si tratta di un momento folle e sono a casa in isolamento. Quello che spero stiate facendo anche voi, in quarantena e tenendovi al sicuro e in salute». Poi ha aggiustato il tiro: «Non sottovalutate questa situazione, in nessuno modo! Io sono a casa, rimaneteci anche voi».
Mentre tutte le star di Hollywood, e non solo, stanno invitando i followers a rimanere a casa, lei è andata controcorrente e in merito all'ipotesi di estendere la quarantena fino a luglio ha detto: «Mi sembrano un sacco di str**te. È un virus». Poi nelle sue storie di Instagram ha continuato: «Mi dispiace, si tratta di un virus, lo capisco. Lo rispetto, ma al tempo stesso, anche se qualcuno lo prende... Sì, le persone moriranno, ed è terribile ma inevitabile. Non so, forse non dovremmo fare tutto questo».
Immediatamente è stata travolta dalle polemiche ma la Hudgens ha detto di essere stata fraintesa e che la parole sono state usate fuori dal contesto: «Si tratta di un momento folle e sono a casa in isolamento. Quello che spero stiate facendo anche voi, in quarantena e tenendovi al sicuro e in salute». Poi ha aggiustato il tiro: «Non sottovalutate questa situazione, in nessuno modo! Io sono a casa, rimaneteci anche voi».
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Sonia Bruganelli, polemica sul monito 'Io resto a casa': «Hanno le ville con piscina e fanno la morale a chi vive in 50 mq»
Sonia Bruganelli, polemica sul monito 'Io resto a casa': «Hanno le ville con piscina e fanno la morale a chi vive in 50 mq». La moglie di Paolo Bonolis ha condiviso un messaggio su Instagram sull'emergenza coronavirus che ha fatto discutere.
Nel post, Sonia Bruganelli scrive: «'Io resto a casa' lo voglio scritto da chi vive in 50 mq con tre figli e senza tata. Non da persone che come me hanno case a due piani o ville con piscina che hanno la morale a tutti. Grazie».
Immediati i commenti dei follower. In tanti condividono le parole di Sonia Bruganelli: «Finalmente qualcuno è realista». E ancora: «Io vivo con un bimbo di 3 anni in 50 mq e un balcone». «Sei una grande».
Nel post, Sonia Bruganelli scrive: «'Io resto a casa' lo voglio scritto da chi vive in 50 mq con tre figli e senza tata. Non da persone che come me hanno case a due piani o ville con piscina che hanno la morale a tutti. Grazie».
Immediati i commenti dei follower. In tanti condividono le parole di Sonia Bruganelli: «Finalmente qualcuno è realista». E ancora: «Io vivo con un bimbo di 3 anni in 50 mq e un balcone». «Sei una grande».
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Barbara D'Urso, la foto amarcord su Instagram. I fan notano una somiglianza "sospetta": «Sembra lei...»
Barbara D'Urso, la foto amarcord su Instagram. I fan notano una somiglianza "sospetta": «Sembra lei...». Oggi Barbara D'Urso ha postato uno scatto risalente a qualche anno fa, in cui appare in primo piano con i capelli bagnati.
La foto ha fatto immediatamente il giro del web, ricevendo tanti commenti di approvazione. «Bellissima ieri e bellissima oggi». E ancora: «Esempio di umiltà per tutte le donne». Ma c'è più di qualcuno che nota una certa somiglianza con un'altra conduttrice della tv. «Sembra Caterina Balivo», scrive una follower. E in tanti sono d'accordo.
La foto ha fatto immediatamente il giro del web, ricevendo tanti commenti di approvazione. «Bellissima ieri e bellissima oggi». E ancora: «Esempio di umiltà per tutte le donne». Ma c'è più di qualcuno che nota una certa somiglianza con un'altra conduttrice della tv. «Sembra Caterina Balivo», scrive una follower. E in tanti sono d'accordo.
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mercoledì 18 marzo 2020
Coronavirus, Fabrizio è morto a 32 anni: qualche mese fa aveva contratto un'infezione che lo aveva indebolito
Fabrizio Marchetti è morto a 32 anni per coronavirus. Faceva il barista a Nova Milanese, in Brianza, ed è una delle vittime più giovani del coronavirus. Sui social sono decine i messaggi di cordoglio per il ragazzo scomparso a causa di questa malattia che sta preoccupando tutto il mondo e la sua giovane età, purtroppo, deve far capire che nessuno può e deve prendere alla leggera il rischio di contagio.
Fabrizio qualche mese fa era stato a Cuba e aveva contratto un'infezione. Questo aveva indebilito le sue difese immunitarie, così, quando ha contratto il coronavirus le sue condizioni si sono aggravate in poco tempo ed è stato necessario intubarlo. All'inizio di marzo ha iniziato ad avere i primi sintomi influenzali, con febbre alta. Poi è stato necessario il ricovero ma in ospedale le sue condizioni si sono aggravate ulterioremente fino a quando non è morto.
Molti amici e clienti affezionati gli hanno dedicato un pensiero in queste ore sulla sua pagina Facebook. «Aveva sempre un sorriso per tutti e per mesi ha allietato le mie mattinate e i pomeriggi del sabato col mio ragazzo», ha scritto un cliente, «Ascoltava tutti e si raccontava», ha ricordato un altro. La famiglia ha fatto sapere che procederà alla cremazione, ma il grande dolore è quello di non poterlo salutare con una cerimonia funebre, viste le restrizioni governative imposte per arginare il virus. Appena l'emergenza sarà finita, però, hanno fatto sapere che avrà la giusta celebrazione.
Fabrizio qualche mese fa era stato a Cuba e aveva contratto un'infezione. Questo aveva indebilito le sue difese immunitarie, così, quando ha contratto il coronavirus le sue condizioni si sono aggravate in poco tempo ed è stato necessario intubarlo. All'inizio di marzo ha iniziato ad avere i primi sintomi influenzali, con febbre alta. Poi è stato necessario il ricovero ma in ospedale le sue condizioni si sono aggravate ulterioremente fino a quando non è morto.
Molti amici e clienti affezionati gli hanno dedicato un pensiero in queste ore sulla sua pagina Facebook. «Aveva sempre un sorriso per tutti e per mesi ha allietato le mie mattinate e i pomeriggi del sabato col mio ragazzo», ha scritto un cliente, «Ascoltava tutti e si raccontava», ha ricordato un altro. La famiglia ha fatto sapere che procederà alla cremazione, ma il grande dolore è quello di non poterlo salutare con una cerimonia funebre, viste le restrizioni governative imposte per arginare il virus. Appena l'emergenza sarà finita, però, hanno fatto sapere che avrà la giusta celebrazione.
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Coronavirus, morto Marcello Natali, segretario dei medici di famiglia: esercitava a Codogno, aveva 57 anni
Sale il numero dei medici deceduto per nuovo coronavirus. È deceduto oggi il segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg) di Lodi, Marcello Natali. La notizia è confermata dalla stessa Fimmg. Natali aveva 57 anni e non aveva particolari gravi patologie pregresse. Dopo il ricovero a Cremona, era stato trasferito a Milano e ricoverato intubato in terapia intensiva per una grave polmonite bilaterale. Natali esercitava la sua attività di medico di famiglia nell'area di Codogno.
La notizia «arriva nel silenzio assordante di ministero e Regione Lombardia, mentre alcune Regioni stanno rispondendo come possono alle nostre richieste». Paola Pedrini, segretario Fimmg Lombardia, commenta così la scomparsa del collega vittima della Covid-19. Il medico visitava nell'area di Codogno e aveva segnalato i rischi che - nell'area primo epicentro dei contagi - correvano anche i camici bianchi e di conseguenza i loro assistiti.
«Oggi dobbiamo dire addio a un altro collega - afferma Pedrini - punto di riferimento non solo per i suoi pazienti, ma anche per tutti i medici di famiglia di Lodi. Un collega sempre disponibile, sempre attento verso i giovani e al ricambio generazionale nella medicina generale. Ha combattuto fin da subito sul campo, senza mai tirarsi indietro. Marcello Natali avrà sempre la nostra infinita stima e il nostro riconoscimento», aggiunge la numero uno dei medici di famiglia lombardi che rilancia il suo appello: «Ora permetteteci di tutelare chi è ancora in prima linea sul fronte di questa battaglia».
La notizia «arriva nel silenzio assordante di ministero e Regione Lombardia, mentre alcune Regioni stanno rispondendo come possono alle nostre richieste». Paola Pedrini, segretario Fimmg Lombardia, commenta così la scomparsa del collega vittima della Covid-19. Il medico visitava nell'area di Codogno e aveva segnalato i rischi che - nell'area primo epicentro dei contagi - correvano anche i camici bianchi e di conseguenza i loro assistiti.
«Oggi dobbiamo dire addio a un altro collega - afferma Pedrini - punto di riferimento non solo per i suoi pazienti, ma anche per tutti i medici di famiglia di Lodi. Un collega sempre disponibile, sempre attento verso i giovani e al ricambio generazionale nella medicina generale. Ha combattuto fin da subito sul campo, senza mai tirarsi indietro. Marcello Natali avrà sempre la nostra infinita stima e il nostro riconoscimento», aggiunge la numero uno dei medici di famiglia lombardi che rilancia il suo appello: «Ora permetteteci di tutelare chi è ancora in prima linea sul fronte di questa battaglia».
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Coronavirus Belen se non avessero fatto la settimana della moda forse non sarebbe successo
La showgirl Belen ha rilasciato un’intervista all’AdnKronos con la quale ha detto la sua una personale opinione riguardante il modo in cui la situazione, nel nostro paese, è degenerata in poco tempo, infatti la Lombardia, è la regione più colpita dal Covid-19. Secondo Belen la Settimana della Moda di Milano potrebbe avere avuto un ruolo decisivo nella diffusione del virus:”Se avessero evitato di fare la settimana della moda forse tutto questo non sarebbe successo. Sono arrivati voli da zone che non erano al sicuro. Secondo me, è da lì che è partito tutto. Se dopo la Cina siamo diventati il paese più infetto nel mondo c’è qualcosa che è andato storto.
La settimana della moda è stata deleteria. Il governo doveva attivarsi prima. Belen ha ribadito che la sua è soltanto un’opinione e quello che ci rimane da fare è attenersi alle direttive del governo, sperando che facciano presto effetto:”La verità in mano non ce l’ha nessuno, non sappiamo neanche se la cosa si risolverà stando a casa ma il popolo deve attenersi a quello che ci dice il governo altrimenti questa storia non finisce più. Dobbiamo aiutarci a vicenda, siamo tutti molto demoralizzati, quindi se ognuno inizia a guardare anche l’orto dell’altro e non solo il suo forse riusciamo ad uscirne il prima possibile. E’ una situazione complessa e da un punto di vista economico è una tragedia senza precedenti.” Anche Belen, come molti vip, ha deciso di puntare sui social per trascorrere il tempo e per intrattenere i propri follower: ”Mi sto inventando qualcosa per intrattenere le donne magari mi collego, parliamo un po’ tra di noi, ci trucchiamo, insomma cerchiamo di passare un po’ il tempo.”
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L'anziana che prega da anni Obi-Wan Kenobi: «È convinta che sia Sant'Antonio»
In tempi di quarantena per l'emergenza coronavirus, per i credenti la fede e la preghiera possono essere un appiglio molto importante. A volte, però, possono esserci delle clamorose confusioni, come quella di un'anziana che, per diversi anni, ha pregato davanti all'immagine di Ewan McGregor nei panni di Obi-Wan Kenobi in Star Wars. Lo ha rivelato la nuora della donna, che ha spiegato: «Era convinta che quello fosse un santino che ritrae Sant'Antonio».
Una notizia che fa sorridere, quella raccontata da Strambotic, un blog dell'edizione spagnola dell'Huffington Post. L'anziana e devota signora, che vive in un paesino di campagna della provincia di Alicante, aveva trovato in casa una stampa raffigurante Obi-Wan Kenobi, lasciata da uno dei nipotini che avevano iniziato una collezione. La stampa, infatti, era parte di una promozione lanciata dai supermercati Carrefour qualche anno fa, che veniva data in omaggio ai clienti al raggiungimento di una quota minima di spesa.
L'anziana, molto devota in particolare a Santa Maria Maddalena, avrebbe addirittura acceso ceri e candele davanti all'immagine di Ewan McGregor in Star Wars. La nuora, che ha raccontato la curiosa e divertente vicenda, ha però puntualizzato: «Non abbiamo avuto il coraggio di dirglielo, l'abbiamo vista così convinta nelle sue preghiere e abbiamo paura possa rimanerci male. Uno dei miei figli, per schernire la nonna, ogni tanto le dice "Che la forza sia con te", ma ovviamente lei non può capire il significato di quella frase».
domenica 15 marzo 2020
Coronavirus, la speranza dall'Olanda: «Trovato l'anticorpo, farmaco pronto per essere testato»
Un'arma terapeutica, la prima specifica, contro il coronavirus. È quanto promette di essere un anticorpo monoclonale in grado di attaccarlo. L'hanno messo a punto in Olanda un gruppo di 10 ricercatori dell'Erasmus University Medical Center di Rotterdam e dell'Utrecht University. La ricerca è pronta per essere valutata dalla rivista 'Nature'.
L'anticorpo monoclonale 47D11 potrebbe essere il primo farmaco al mondo specializzato nel rilevare e prevenire l'infezione da coronavirus. Un primo breve annuncio dello studio è stato pubblicata sul sito 'BioRxiv'. Ma prima di vedere questa nuova 'arma' nelle mani dei medici ci vuole ancora tempo: l'anticorpo deve «ancora essere testato sull'uomo (e questo richiederà mesi) e la ricerca sottoposta a revisione tra pari o (peer review) prima che 'Nature' la pubblichi», riporta l'Erasmus Magazine.
«Ora stiamo cercando di coinvolgere un'azienda farmaceutica - che sembra interessata - in grado di produrre l'anticorpo su larga scala. Prima di poter essere commercializzato però, l'anticorpo deve attraversare una fase di sviluppo lunga ed essere testato per le proprietà tossicologiche. Questo processo è ora in corso», ha spiegato Frank Grosveld, che fa parte del gruppo di ricerca.
L'anticorpo monoclonale 47D11 potrebbe essere il primo farmaco al mondo specializzato nel rilevare e prevenire l'infezione da coronavirus. Un primo breve annuncio dello studio è stato pubblicata sul sito 'BioRxiv'. Ma prima di vedere questa nuova 'arma' nelle mani dei medici ci vuole ancora tempo: l'anticorpo deve «ancora essere testato sull'uomo (e questo richiederà mesi) e la ricerca sottoposta a revisione tra pari o (peer review) prima che 'Nature' la pubblichi», riporta l'Erasmus Magazine.
«Ora stiamo cercando di coinvolgere un'azienda farmaceutica - che sembra interessata - in grado di produrre l'anticorpo su larga scala. Prima di poter essere commercializzato però, l'anticorpo deve attraversare una fase di sviluppo lunga ed essere testato per le proprietà tossicologiche. Questo processo è ora in corso», ha spiegato Frank Grosveld, che fa parte del gruppo di ricerca.
Coronavirus, Arturo muore a 67 anni. Il dolore della moglie: «È un mostro che ti mangia il respiro»
Coronavirus, Arturo muore a 67 anni. Il dolore della moglie: «È un mostro che ti mangia il respiro». Arturo Ferrara, 67enne napoletano, è scomparso lo scorso 11 marzo. In un'intervista a Fanpage a firma Pierluigi Frattasi, la moglie Nunzia Longobardi ha ripercorso il calvario del marito, dai primi sintomi comparsi a fine febbraio, fino alla scomparsa.
Ecco le parole della moglie: «Per Arturo è successo tutto così in fretta. Si è aggravato dieci giorni dopo i primi sintomi. Tre giorni dopo è finito. Non aveva gravi patologie pregresse. Su questo virus, secondo me, nessuno è informato bene. La cosa terribile sono la tosse e la fame d'aria. Sapete qual è la paura? Che poi vedi che in poche ore avviene tutto. È come un mostro che ti sta mangiando improvvisamente. Questa è la sensazione, che non puoi più respirare. Arturo diceva a Claudia, nostra figlia 'è come se non riuscissi a sbadigliare' invece erano i polmoni che erano fortemente stressati».
Nunzia non ha potuto celebrare la cerimonia funebre pubblicamente, perché vietato dai decreti del governo per il Coronavirus. Adesso, anche lei e le due figlie sono in isolamento a casa. «Ci sentiamo come appestati. Nella mia vita mai avrei pensato una cosa del genere, mi sembra un film di fantascienza. La morte capita, io sono una persona razionale. Ma Arturo è stato privato di tutto, anche del funerale, come fosse stata l’ultima persona al mondo. Le ultime parole che ha detto a mia figlia sono state 'Claudia, voglio morire a casa'».
Nunzia continua raccontando il calvario del marito: «All'inizio pensavamo fosse una semplice influenza. Mai avrei pensato che Arturo avrebbe potuto prendere il Coronavirus perché era sempre molto attento all'igiene. Da quando è scoppiata questa epidemia guardava continuamente su YouTube i video sul coronavirus. Ai primi di febbraio andammo in un negozio vicino casa e comprammo di tutto, candeggina, spray, gel disinfettanti. Il proprietario ci disse 'Signor Arturo, se arriva il Coronavirus, potete aprire un negozio'. Lui sorrise e rispose 'Prevenire è meglio che curare. Dai primi di febbraio, Arturo è uscito solo in 2-3 occasioni. L’ultima uscita è stata dal dentista, il 26 febbraio, il giorno prima che comparissero i sintomi, ma era una visita su appuntamento ed eravamo soli. Una volta è andato al supermercato di via Petrarca ed è tornato nervoso. Gli ho chiesto il perché e lui mi ha risposto che le persone erano incivili. Mi ha raccontato che era bloccato in una fila e un signore dietro di lui tossiva e lui si è girato e gli ha detto 'Ma con questa situazione non mette nemmeno la mano davanti alla bocca?' Io gli ho risposto che era paranoico. La volta successiva, al supermercato lui ha fornito a tutta la famiglia i guanti monouso per non toccare il carrello, perché dicono che è il primo veicolo di contagio. Arturo aveva un inizio di Parkinson, ma era di media entità, infatti non tremava e poi era farmaco controllato, aveva iniziato la terapia».
La famiglia di Arturo ha lanciato un appello per una cerimonia funebre virtuale: «Era una cosa che ci stava facendo impazzire. Poi sulla mia pagina Facebook sono comparsi centinaia di messaggi di amici e conoscenti che hanno voluto ricordare la bontà, la gentilezza di Arturo. Volevamo chiedere di fare una preghiera assieme. Poi abbiamo pensato di fare questo applauso tutti insieme. Tra qualche mese, quando quest'incubo sarà finito, faremo la cerimonia religiosa e parteciperanno tutti».
Ecco le parole della moglie: «Per Arturo è successo tutto così in fretta. Si è aggravato dieci giorni dopo i primi sintomi. Tre giorni dopo è finito. Non aveva gravi patologie pregresse. Su questo virus, secondo me, nessuno è informato bene. La cosa terribile sono la tosse e la fame d'aria. Sapete qual è la paura? Che poi vedi che in poche ore avviene tutto. È come un mostro che ti sta mangiando improvvisamente. Questa è la sensazione, che non puoi più respirare. Arturo diceva a Claudia, nostra figlia 'è come se non riuscissi a sbadigliare' invece erano i polmoni che erano fortemente stressati».
Nunzia non ha potuto celebrare la cerimonia funebre pubblicamente, perché vietato dai decreti del governo per il Coronavirus. Adesso, anche lei e le due figlie sono in isolamento a casa. «Ci sentiamo come appestati. Nella mia vita mai avrei pensato una cosa del genere, mi sembra un film di fantascienza. La morte capita, io sono una persona razionale. Ma Arturo è stato privato di tutto, anche del funerale, come fosse stata l’ultima persona al mondo. Le ultime parole che ha detto a mia figlia sono state 'Claudia, voglio morire a casa'».
Nunzia continua raccontando il calvario del marito: «All'inizio pensavamo fosse una semplice influenza. Mai avrei pensato che Arturo avrebbe potuto prendere il Coronavirus perché era sempre molto attento all'igiene. Da quando è scoppiata questa epidemia guardava continuamente su YouTube i video sul coronavirus. Ai primi di febbraio andammo in un negozio vicino casa e comprammo di tutto, candeggina, spray, gel disinfettanti. Il proprietario ci disse 'Signor Arturo, se arriva il Coronavirus, potete aprire un negozio'. Lui sorrise e rispose 'Prevenire è meglio che curare. Dai primi di febbraio, Arturo è uscito solo in 2-3 occasioni. L’ultima uscita è stata dal dentista, il 26 febbraio, il giorno prima che comparissero i sintomi, ma era una visita su appuntamento ed eravamo soli. Una volta è andato al supermercato di via Petrarca ed è tornato nervoso. Gli ho chiesto il perché e lui mi ha risposto che le persone erano incivili. Mi ha raccontato che era bloccato in una fila e un signore dietro di lui tossiva e lui si è girato e gli ha detto 'Ma con questa situazione non mette nemmeno la mano davanti alla bocca?' Io gli ho risposto che era paranoico. La volta successiva, al supermercato lui ha fornito a tutta la famiglia i guanti monouso per non toccare il carrello, perché dicono che è il primo veicolo di contagio. Arturo aveva un inizio di Parkinson, ma era di media entità, infatti non tremava e poi era farmaco controllato, aveva iniziato la terapia».
La famiglia di Arturo ha lanciato un appello per una cerimonia funebre virtuale: «Era una cosa che ci stava facendo impazzire. Poi sulla mia pagina Facebook sono comparsi centinaia di messaggi di amici e conoscenti che hanno voluto ricordare la bontà, la gentilezza di Arturo. Volevamo chiedere di fare una preghiera assieme. Poi abbiamo pensato di fare questo applauso tutti insieme. Tra qualche mese, quando quest'incubo sarà finito, faremo la cerimonia religiosa e parteciperanno tutti».
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sabato 14 marzo 2020
Coronavirus, Bill Gates e la profezia di cinque anni fa: «Un virus sconosciuto ci ucciderà»
NEW YORK «La prossima guerra che ci distruggerà non sarà fatta di armi ma di batteri. Spendiamo una fortuna in deterrenza nucleare, e così poco nella prevenzione contro una pandemia, eppure un virus oggi sconosciuto potrebbe uccidere nei prossimi anni milioni di persone e causare una perdita finanziaria di 3.000 miliardi in tutto il mondo». Eravamo al marzo del 2015 quando Bill Gates, già creatore di Microsoft e oggi grande filantropo dedicato a lottare per la protezione della salute nel mondo, pronunciò queste parole nel corso di un Ted Talk. Ad ascoltare l'intero messaggio, appena otto minuti, c'è da pensare che l'uomo più ricco del mondo sia anche il più saggio, e persino il più chiaroveggente tra di noi. E non è un caso che proprio ieri, per seguire la sua indole filantropica, Bill Gates abbia annunciato l'uscita dal consiglio di amministrazione di Microsoft per dedicare più tempo alle sue attività filantropiche come la sanità, il cambiamento climatico, l'istruzione e lo sviluppo.
RIFLESSIONI
Gates rifletteva sulla minaccia pandemica appena sfiorata l'anno prima con l'Ebola, che fu fortunatamente confinata per la maggior parte in tre Paesi dell'Africa occidentale. «L'Ebola ci ha offerto un vantaggio enorme, dal momento che il virus restava intrappolato nel corpo, e i malati erano presto ridotti al letto con scarsa possibilità di infettarne altri diceva Gates - Immaginate cosa succederebbe se una delle varianti della aviaria cinese cominciasse ad attraversare gli oceani insieme alle 30.000 persone che ogni giorno transitano dal Paese asiatico verso il resto del mondo». L'oratore lamentava che l'esperienza dell'Ebola non fosse servita a nulla. Non aveva dato vita alla ricerca accelerata di un vaccino, né aveva convinto i Paesi che hanno lottato per difendersi dal contagio a concertare misure collettive di prevenzione per il futuro.
Non era questo l'unico monito in circolazione in passato. Autorevoli riviste come Foreign Policy e The Atlantic avevano dedicato articoli di copertina alla grande epidemia in arrivo. L'Organizzazione mondiale della sanità in una conferenza all'inizio del 2018 le aveva dato addirittura un nome: Disease X (malattia X), e l'aveva definita: «Un elemento patologico sconosciuto, un virus di origine animale, capace di nascondersi nella fase di sviluppo iniziale, e di insinuarsi in vaste zone geografiche prima di essere identificato».
TASK FORCE
La minaccia era tanto conosciuta da aver suggerito a Barack Obama la creazione di un'unità di crisi permanente contro le pandemie, un gruppo misto di scienziati e specialisti della sicurezza nazionale. Nei giorni precedenti all'insediamento di Trump alla Casa Bianca, il team dei consulenti presidenziali per la Sicurezza uscente invitò alla Casa Bianca quello appena messo insieme da Donald Trump per una visita rituale di passaggio delle consegne, imposta dopo l'11 settembre. Obama volle che in quella occasione a fianco delle ipotesi di attacchi terroristici e cibernetici, fosse inserita una simulazione dell'arrivo di una pandemia, e il giorno dell'inaugurazione rivolse al nuovo presidente un ultimo appello sullo stesso tema. L'allarme dei saggi non è servito a condizionare l'azione al vertice del potere. John Bolton per conto di Trump ha sciolto l'unità di crisi in quanto rappresentava una spesa superflua.
Possiamo solo augurarci che vada meglio nel futuro, e per il futuro Bill Gates a chiusura della sua mini conferenza ci ha lasciato una ricetta in tre punti, oltre al naturale invito a investire collettivamente sulla ricerca. Rinforzare i sistemi sanitari dei paesi più deboli, quelli in cui il virus potrebbe svilupparsi e crescere oltre misura. Organizzare un esercito di riservisti sanitari' da mettere in campo all'insorgere della prossima epidemia. Ripensare all'utilizzo delle enormi forze militari già dislocate intorno al mondo con i militari in funzione di contenimento intorno ai focolai.
RIFLESSIONI
Gates rifletteva sulla minaccia pandemica appena sfiorata l'anno prima con l'Ebola, che fu fortunatamente confinata per la maggior parte in tre Paesi dell'Africa occidentale. «L'Ebola ci ha offerto un vantaggio enorme, dal momento che il virus restava intrappolato nel corpo, e i malati erano presto ridotti al letto con scarsa possibilità di infettarne altri diceva Gates - Immaginate cosa succederebbe se una delle varianti della aviaria cinese cominciasse ad attraversare gli oceani insieme alle 30.000 persone che ogni giorno transitano dal Paese asiatico verso il resto del mondo». L'oratore lamentava che l'esperienza dell'Ebola non fosse servita a nulla. Non aveva dato vita alla ricerca accelerata di un vaccino, né aveva convinto i Paesi che hanno lottato per difendersi dal contagio a concertare misure collettive di prevenzione per il futuro.
Non era questo l'unico monito in circolazione in passato. Autorevoli riviste come Foreign Policy e The Atlantic avevano dedicato articoli di copertina alla grande epidemia in arrivo. L'Organizzazione mondiale della sanità in una conferenza all'inizio del 2018 le aveva dato addirittura un nome: Disease X (malattia X), e l'aveva definita: «Un elemento patologico sconosciuto, un virus di origine animale, capace di nascondersi nella fase di sviluppo iniziale, e di insinuarsi in vaste zone geografiche prima di essere identificato».
TASK FORCE
La minaccia era tanto conosciuta da aver suggerito a Barack Obama la creazione di un'unità di crisi permanente contro le pandemie, un gruppo misto di scienziati e specialisti della sicurezza nazionale. Nei giorni precedenti all'insediamento di Trump alla Casa Bianca, il team dei consulenti presidenziali per la Sicurezza uscente invitò alla Casa Bianca quello appena messo insieme da Donald Trump per una visita rituale di passaggio delle consegne, imposta dopo l'11 settembre. Obama volle che in quella occasione a fianco delle ipotesi di attacchi terroristici e cibernetici, fosse inserita una simulazione dell'arrivo di una pandemia, e il giorno dell'inaugurazione rivolse al nuovo presidente un ultimo appello sullo stesso tema. L'allarme dei saggi non è servito a condizionare l'azione al vertice del potere. John Bolton per conto di Trump ha sciolto l'unità di crisi in quanto rappresentava una spesa superflua.
Possiamo solo augurarci che vada meglio nel futuro, e per il futuro Bill Gates a chiusura della sua mini conferenza ci ha lasciato una ricetta in tre punti, oltre al naturale invito a investire collettivamente sulla ricerca. Rinforzare i sistemi sanitari dei paesi più deboli, quelli in cui il virus potrebbe svilupparsi e crescere oltre misura. Organizzare un esercito di riservisti sanitari' da mettere in campo all'insorgere della prossima epidemia. Ripensare all'utilizzo delle enormi forze militari già dislocate intorno al mondo con i militari in funzione di contenimento intorno ai focolai.
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Coronavirus, la star di Malattie imbarazzanti: «Solo un raffreddore, per gli italiani è una scusa per non lavorare»
Lui si chiama Christian Jessen ed è molto conosciuto in Inghilterra perché è la star di Malattie imbarazzanti, programma trasmesso su Channel 4 (in Italia su Real Time): in un’intervista su Fubar Radio’s, Jessen ha detto la sua sull’emergenza coronavirus, con parole che faranno infuriare l’Italia.
Secondo Jessen infatti il coronavirus, che per lui è «solo un brutto raffreddore», è una scusa per non lavorare: «Gli italiani usano l’epidemia come scusa per fare una lunga siesta - ha detto nella sua intervista radiofonica - potrebbe essere un pochino razzista da dire, ma non vi sembra una scusa?».
E ancora: «Gli italiani, per un motivo qualsiasi, sono pronti a smettere di lavorare e a spegnere tutto», ha aggiunto. «Penso davvero sia solo un brutto raffreddore: le persone sono molto più preoccupate di quanto dovrebbero». Parole che non stridono molto con la posizione del Governo britannico su quella che però l’Oms, solo due giorni fa, ha definito pandemia: vedremo se nei prossimi giorni, con i dati che continuano a crescere non solo in Italia, le opinioni cambieranno.
Secondo Jessen infatti il coronavirus, che per lui è «solo un brutto raffreddore», è una scusa per non lavorare: «Gli italiani usano l’epidemia come scusa per fare una lunga siesta - ha detto nella sua intervista radiofonica - potrebbe essere un pochino razzista da dire, ma non vi sembra una scusa?».
E ancora: «Gli italiani, per un motivo qualsiasi, sono pronti a smettere di lavorare e a spegnere tutto», ha aggiunto. «Penso davvero sia solo un brutto raffreddore: le persone sono molto più preoccupate di quanto dovrebbero». Parole che non stridono molto con la posizione del Governo britannico su quella che però l’Oms, solo due giorni fa, ha definito pandemia: vedremo se nei prossimi giorni, con i dati che continuano a crescere non solo in Italia, le opinioni cambieranno.
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Chiara Ferragni e Fedez: nuova donazione di 250mila euro per gli ospedali italiani, c'è lo Spallanzani di Roma
Su Leggo.it le ultime novità. Chiara Ferragni e Fedez: nuova donazione di 250mila euro per gli ospedali italiani, dopo il crowdfunding da 3.8milioni di euro. In una serie di stories su Instagram, l'influencer più famosa del mondo e il rapper hanno annunciato una nuova donazione per contrastare l'emergenza coronavirus.
Ecco le parole di Fedez: «Ragazzi dobbiamo darvi una buona notizia. Abbiamo ottenuto una donazione da 250mila euro da parte della piattaforma GoFundme.com, in favore di vari ospedali italiani. E abbiamo scelto gli ospedali che sono in prima linea a fronteggiare questa emergenza».
Continua Chiara Ferragni: «Nei prossimi giorni, tre ospedali, quello di Cremona, quello di Bergamo e il Policlinico di Milano riceveranno una donazione da 70mila euro ognuno. I soldi restanti saranno divisi tra il Cotugno di Napoli, Niguarda di Milano, Spallanzani di Roma e Protezione civile».
Ecco le parole di Fedez: «Ragazzi dobbiamo darvi una buona notizia. Abbiamo ottenuto una donazione da 250mila euro da parte della piattaforma GoFundme.com, in favore di vari ospedali italiani. E abbiamo scelto gli ospedali che sono in prima linea a fronteggiare questa emergenza».
Continua Chiara Ferragni: «Nei prossimi giorni, tre ospedali, quello di Cremona, quello di Bergamo e il Policlinico di Milano riceveranno una donazione da 70mila euro ognuno. I soldi restanti saranno divisi tra il Cotugno di Napoli, Niguarda di Milano, Spallanzani di Roma e Protezione civile».
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Coronavirus, musica e canzoni sui balconi: oggi alle 18 il flashmob in tutta Italia
«Apriamo le finestre, usciamo sui balconi e suoniamo insieme anche se lontani. Non importa saper leggere la musica, suonare uno strumento o possederlo; basta anche cantare una canzone o far suonare le pentole di casa, l'importante è farci sentire perché la musica è la migliore medicina per curare l'anima e in questo momento ne abbiamo bisogno».
Così gli organizzatori annunciano su Facebook per oggi, venerdì 13 marzo, alle 18 il «Flashmob sonoro!». Un modo per sentirsi uniti dalla musica, in questo periodo di isolamento casalingo da coronavirus. Quindi l'invito è a «rompere il silenzio» e partecipare, anche con video da caricare sulla pagina dedicata all'evento che si chiama appunto 'Flashmob Sonoro!'.
A giudicare dalle adesioni annunciate da tutta Italia, stasera in tanti, da Nord a Sud, professionisti e dilettanti, apriranno le finestre, usciranno sui balconi e suoneranno e canteranno insieme nello stesso momento.
L'annuncio del flashmob sonoro in tempi di #iorestoacasa sta circolando anche su Whatsapp: nelle chat di tutta Italia il messaggio è virale. «Flashmob venerdì 13 alle 18 in punto tutti gli abitanti d' Italia prenderanno il loro strumento e si metteranno a suonare dalla loro finestra...il nostro paese diventerà così per quei pochi minuti un gigantesco concerto gratutito! diffondete il più possibile questo messaggio a tutti gli italiani che conoscete per farsi sentire!!».
Nel messaggio si dà anche appuntamento a sabato 14: «ore 12:00 - Tutti alle finestre per un lungo APPLAUSO di ringraziamento a tutti coloro che stanno lavorando per noi negli Ospedali e di incoraggiamento a noi».
Così gli organizzatori annunciano su Facebook per oggi, venerdì 13 marzo, alle 18 il «Flashmob sonoro!». Un modo per sentirsi uniti dalla musica, in questo periodo di isolamento casalingo da coronavirus. Quindi l'invito è a «rompere il silenzio» e partecipare, anche con video da caricare sulla pagina dedicata all'evento che si chiama appunto 'Flashmob Sonoro!'.
A giudicare dalle adesioni annunciate da tutta Italia, stasera in tanti, da Nord a Sud, professionisti e dilettanti, apriranno le finestre, usciranno sui balconi e suoneranno e canteranno insieme nello stesso momento.
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Nel messaggio si dà anche appuntamento a sabato 14: «ore 12:00 - Tutti alle finestre per un lungo APPLAUSO di ringraziamento a tutti coloro che stanno lavorando per noi negli Ospedali e di incoraggiamento a noi».
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venerdì 13 marzo 2020
Coronavirus, il governo inglese non adotta precauzioni. Boris Johnson choc: «Abituatevi a perdere i vostri cari»
«Molte famiglie perderanno i loro cari». Questa è la frase choc pronunciata da Boris Johnson parlando del Coronavirus. L'Inghilterra per ora non ha preso ancora alcun provvediemento drastico per fronteggiare la pandemia e questo inizia a preoccupare gli altri paesi europei, visto quello che è accaduto in Italia in poche settimane.
Il governo inglese ha annunciato che non farà nulla: nessuna chiusura, nessuna limitazione. Le autorità consigliano di lavare le mani e chi ha sintomi a stare a casa per una settimana, ma per il resto non cambia nulla. Una scelta che preoccupa, sempre più paesi hanno scelto di iniziare ad avviare misure di contenimento e chiusura ma l'inghilterra ignora ancora il problema.
Johnson ha ammesso che il Paese si trova di fronte alla più seria emergenza sanitaria degli ultimi tempi e che il numero dei contagi potrebbe crescere, ma crede che prendere misure di sicurezza non serva a nulla, anzi potrebbe essere anche controproducente. Il premier, affiancato da degli esperti, ha detto che è impossibile debellare il virus e che l’unica strategia è quella di spalmarne la diffusione nel tempo, in modo da consentire al sistema sanitario di gestire la situazione. Ha aggiunto che i contagi potrebbero essere anche positivi e aiutare la popolazione a diventare immune.
Il governo inglese ha annunciato che non farà nulla: nessuna chiusura, nessuna limitazione. Le autorità consigliano di lavare le mani e chi ha sintomi a stare a casa per una settimana, ma per il resto non cambia nulla. Una scelta che preoccupa, sempre più paesi hanno scelto di iniziare ad avviare misure di contenimento e chiusura ma l'inghilterra ignora ancora il problema.
Johnson ha ammesso che il Paese si trova di fronte alla più seria emergenza sanitaria degli ultimi tempi e che il numero dei contagi potrebbe crescere, ma crede che prendere misure di sicurezza non serva a nulla, anzi potrebbe essere anche controproducente. Il premier, affiancato da degli esperti, ha detto che è impossibile debellare il virus e che l’unica strategia è quella di spalmarne la diffusione nel tempo, in modo da consentire al sistema sanitario di gestire la situazione. Ha aggiunto che i contagi potrebbero essere anche positivi e aiutare la popolazione a diventare immune.
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