Tremori e orticaria. Sono dei nuovi sintomi che potrebbero allertare sulla presenza del coronavirus, secondo il British Journal of Dermatology. Pare che il covid stia mutando, secondo gli esperti sarebbe meno aggressivo ma si stanno notando anche dei sintomi che inizialmente non erano venuti a galla.
Secondo quanto diffuso dai Cdc di Atlanta, gli americani Centers for Disease Control and Prevention, che si occupano della salute a livello mondiale, ai sintomi noti del covid, come febbre, tosse e difficoltà respiratorie si sono aggiunti brividi, tremore persistente insieme ai brividi, dolori muscolari, mal di testa, mal di gola e perdita del gusto e dell’olfatto. Dai dermatologi poi arriva anche un'altra spia che è quella dei rush cutanei e dei geloni: l’ipotesi è che il virus provochi danni ai vasi sanguigni e che ciò vada a intaccare la circolazione sanguigna.
Gli esperi continuano a ribadire che il coronavirus è un virus camaleontico, ovvero in grado di colpire diversi organi e per questo si manifesta in varie forme e colpisce non solo i polmoni. Il polmone è il più colpito, ma anche il rene, il cuore, le articolazioni e anche la la pelle, anche se queste manifestazioni non sono fra le più frequenti. Allo stesso modo in cui ogni altro virus influenzale può colpire questi organi.
L’Organizzazione mondiale della sanità, dal canto suo non è del tutto d’accordo con la segnalazione di nuovi sintomi e continua a sostenere che i segnali a cui fare riferimento sono sempre tosse secca, febbre alta e difficoltà respiratorie.
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martedì 5 maggio 2020
Coronavirus, i nuovi sintomi del contagio: «Attenzione a tremori e orticaria»
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venerdì 27 marzo 2020
Boris Johnson positivo al coronavirus. «Ho febbre e tosse, guiderò il governo da casa»: Contagiato anche un ministro
Boris Johnson è positivo al coronavirus: il premier britannico è stato contagiato dal Covid-19 ed è in autoisolamento, riporta Downing Street, che precisa che i sintomi sono al momento «leggeri». «Nelle ultime 24 ore ho avvertito alcuni sintomi e sono risultato positivo al coronavirus - ha fatto sapere in un video postato su Twitter il premier inglese - Ora sono in autoisolamento, ma continuerò a lavorare in videoconferenza e a guidare il Governo nella battaglia contro questo virus. Insieme lo batteremo».
Johnson ha ringraziato tutto lo staff e «il nostro meraviglioso personale» sanitario. Il premier nel suo video spiega di avere febbre e tosse, ma di essere in grado di guidare il Paese. «Sto lavorando da casa in auto-isolamento perché è assolutamente la cosa giusta da fare. Ma non abbiate dubbi che posso continuare a guidare la controffensiva nazionale contro il coronavirus, col mio top team, grazie alla magia delle moderne tecnologie».
IERI IL TAMPONE Il tampone è stato eseguito ieri dopo che il primo ministro conservatore aveva accusato sintomi definiti leggeri di contagio da Covid-19. «Dopo aver manifestato sintomi lievi ieri, il Primo Ministro è stato sottoposto al test sul coronavirus su personale consiglio del chief medical officer, il professor Chris Whitty», ha detto oggi una portavoce di Downing Street. «Il test è stato eseguito da personale dell'Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) qui al numero 10 e il risultato è stato positivo».
La portavoce ha precisato che comunque Johnson al momento non ha smesso di lavorare e «continua a guidare la risposta del governo all'emergenza coronavirus». Nei giorni scorsi era stato precisato che, in caso d'impedimento, la guida dell'esecutivo sarebbe passata temporaneamente al suo vicario di fatto, il titolare degli Esteri, Dominic Raab, uno dei due ministri elevati nei mesi scorsi al rango di Primo Segretario di Stato (l'altro è Michael Gove).
POSITIVO ANCHE IL MINISTRO DELLA SANITA' Il coronavirus dilaga nel governo britannico colpendo dopo Boris Johnson un'altra figura chiave nell'emergenza: il ministro della Sanità, Matt Hancock, che ha confermato in prima persona di essere a sua volta risultato positivo al test e di avere al momento «sintomi lievi». Hancock è ora in auto-isolamento, come ha fatto sapere.
Johnson ha ringraziato tutto lo staff e «il nostro meraviglioso personale» sanitario. Il premier nel suo video spiega di avere febbre e tosse, ma di essere in grado di guidare il Paese. «Sto lavorando da casa in auto-isolamento perché è assolutamente la cosa giusta da fare. Ma non abbiate dubbi che posso continuare a guidare la controffensiva nazionale contro il coronavirus, col mio top team, grazie alla magia delle moderne tecnologie».
IERI IL TAMPONE Il tampone è stato eseguito ieri dopo che il primo ministro conservatore aveva accusato sintomi definiti leggeri di contagio da Covid-19. «Dopo aver manifestato sintomi lievi ieri, il Primo Ministro è stato sottoposto al test sul coronavirus su personale consiglio del chief medical officer, il professor Chris Whitty», ha detto oggi una portavoce di Downing Street. «Il test è stato eseguito da personale dell'Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) qui al numero 10 e il risultato è stato positivo».
La portavoce ha precisato che comunque Johnson al momento non ha smesso di lavorare e «continua a guidare la risposta del governo all'emergenza coronavirus». Nei giorni scorsi era stato precisato che, in caso d'impedimento, la guida dell'esecutivo sarebbe passata temporaneamente al suo vicario di fatto, il titolare degli Esteri, Dominic Raab, uno dei due ministri elevati nei mesi scorsi al rango di Primo Segretario di Stato (l'altro è Michael Gove).
POSITIVO ANCHE IL MINISTRO DELLA SANITA' Il coronavirus dilaga nel governo britannico colpendo dopo Boris Johnson un'altra figura chiave nell'emergenza: il ministro della Sanità, Matt Hancock, che ha confermato in prima persona di essere a sua volta risultato positivo al test e di avere al momento «sintomi lievi». Hancock è ora in auto-isolamento, come ha fatto sapere.
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mercoledì 25 marzo 2020
Il principe Carlo positivo al coronavirus: il 10 marzo la cena con Alberto di Monaco, il 12 l'incontro con la Regina Elisabetta
Il principe Carlo, 71 anni, erede al trono britannico della Regina Elisabetta, è risultato positivo al test del coronavirus. Lo rende noto Buckingham Palace. Carlo era in isolamento in Scozia da alcuni giorni. Anche la consorte Camilla, duchessa di Cornovaglia, si è sottoposta al test che è risultato negativo. Il principe Carlo sta mostrando lievi sintomi «ma rimane in buona salute», ha riferito un portavoce. Tra i recenti impegni del principe una cena del 10 marzo al Water Aid in cui sedeva di fronte al Principe Alberto II di Monaco, di recente risultato positivo al virus. Secondo la Bbc l'ultimo incontro con la Regina Elisabetta sarebbe avvenuto il 12 marzo a Buckingham Palace.
IN ISOLAMENTO IN SCOZIA
Il portavoce ha aggiunto: «In accordo con il governo e la consulenza medica, il principe e la duchessa si stanno autoisolando a casa in Scozia. I test sono stati effettuati dall'NHS nell'Aberdeenshire». «Non è possibile accertare da chi il principe abbia preso il virus a causa dell'elevato numero di incarichi che ha svolto nel suo ruolo pubblico nelle ultime settimane - ha spiegato - È improbabile che il principe Carlo abbia avuto con altri membri della famiglia reale, poiché la regina Elisabetta II, 93 anni, e il principe Filippo, 98 anni, alloggiano entrambi al Castello di Windsor, nel Berkshire».
L'ULTIMA VISITA CON LA REGINA ELISABETTA
Risale al 12 marzo l'ultimo impegno pubblico del principe Carlo. Lo sottolineano fonti della corte britannica, puntualizzando che il 71enne erede al trono ha visto per l'ultima volta sua madre, la quasi 94enne regina Elisabetta, «prima del 13 marzo». Effettivamente l'ultima immagine pubblica insieme risale al 9 marzo in occasione del Commonwealth Day nell'Abbazia di Westminster. Secondo la Bbc però l'ultimo incontro tra i due sarebbe avvenuto il 12 marzo a Buckingham Palace.
Nei giorni successivi, hanno aggiunto le fonti, ha avuto solo alcuni singoli incontri privati con conoscenti, funzionari e dignitari, prima di trasferirsi in auto-isolamento precauzionale con la consorte Camilla nella residenza di Balmoral, in Scozia. Tutti gli ultimi interlocutori entrati in contatto con lui sono stati avvertiti per i controlli del caso. Carlo e Camilla, hanno confermato le fonti, restano ora isolati a Balmoral con un piccolo gruppo di persone del loro staff.
IL 12 MARZO IL DISCORSO A UNA CENA IN AIUTO DELL'AUSTRALIA
Il principe Carlo il 12 marzo ha tenuto un discorso durante una cena tenutasi in aiuto allo sforzo australiano di ripresa degli incendi boschivi, rendendo omaggio alla "straordinaria determinazione e capacità di recupero" del popolo australiano. Il filmato è stato pubblicato sull'account Instagram ufficiale della Royal Family.
Lo scorso 21 febbraio, stando sempre alle immagini pubblicate sui social, l'erede al trono britannico ha incontrato residenti e imprenditori colpiti dalle recenti alluvioni nella città di Pontypridd. Il principe ha anche incontrato alcuni membri del personale dei servizi di emergenza coinvolti nell'operazione di salvataggio.
IN ISOLAMENTO IN SCOZIA
Il portavoce ha aggiunto: «In accordo con il governo e la consulenza medica, il principe e la duchessa si stanno autoisolando a casa in Scozia. I test sono stati effettuati dall'NHS nell'Aberdeenshire». «Non è possibile accertare da chi il principe abbia preso il virus a causa dell'elevato numero di incarichi che ha svolto nel suo ruolo pubblico nelle ultime settimane - ha spiegato - È improbabile che il principe Carlo abbia avuto con altri membri della famiglia reale, poiché la regina Elisabetta II, 93 anni, e il principe Filippo, 98 anni, alloggiano entrambi al Castello di Windsor, nel Berkshire».
L'ULTIMA VISITA CON LA REGINA ELISABETTA
Risale al 12 marzo l'ultimo impegno pubblico del principe Carlo. Lo sottolineano fonti della corte britannica, puntualizzando che il 71enne erede al trono ha visto per l'ultima volta sua madre, la quasi 94enne regina Elisabetta, «prima del 13 marzo». Effettivamente l'ultima immagine pubblica insieme risale al 9 marzo in occasione del Commonwealth Day nell'Abbazia di Westminster. Secondo la Bbc però l'ultimo incontro tra i due sarebbe avvenuto il 12 marzo a Buckingham Palace.
Nei giorni successivi, hanno aggiunto le fonti, ha avuto solo alcuni singoli incontri privati con conoscenti, funzionari e dignitari, prima di trasferirsi in auto-isolamento precauzionale con la consorte Camilla nella residenza di Balmoral, in Scozia. Tutti gli ultimi interlocutori entrati in contatto con lui sono stati avvertiti per i controlli del caso. Carlo e Camilla, hanno confermato le fonti, restano ora isolati a Balmoral con un piccolo gruppo di persone del loro staff.
IL 12 MARZO IL DISCORSO A UNA CENA IN AIUTO DELL'AUSTRALIA
Il principe Carlo il 12 marzo ha tenuto un discorso durante una cena tenutasi in aiuto allo sforzo australiano di ripresa degli incendi boschivi, rendendo omaggio alla "straordinaria determinazione e capacità di recupero" del popolo australiano. Il filmato è stato pubblicato sull'account Instagram ufficiale della Royal Family.
Lo scorso 21 febbraio, stando sempre alle immagini pubblicate sui social, l'erede al trono britannico ha incontrato residenti e imprenditori colpiti dalle recenti alluvioni nella città di Pontypridd. Il principe ha anche incontrato alcuni membri del personale dei servizi di emergenza coinvolti nell'operazione di salvataggio.
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venerdì 20 marzo 2020
Coronavirus, i sintomi da non sottovalutare: perdita del gusto, olfatto e diarrea
Perdita dell'olfatto, del gusto e diarrea. I tre i sintomi che non vanno sottovalutati se si teme di avere il coronavirus. A sostenerlo è Hendrik Streeck, virologo di Bonn che sta coordinando le indagini nell’area di Heinsberg, la cittadina del Land Nordreno-Vestfalia dove per ora è concentrata l’epidemia in Germania.
L'esperto, come riportato da Il Corriere della Sera, ha riscontrato la perdita di olfatto e di gusto tra i pazienti riscontrati positivi. Pare siano sintomi molto evidenti e accentuati, al punto che una mamma, positiva, ha dichiarato di non aver sentito l'odore del pannolino sporco di suo figlio. Altri pazienti hanno dichiarato di non riuscire a sentire l'odore dello shampoo e di non sentire il gusto del cibo.
Il 30% delle persone infette avrebbe avuto anche la diarrea. Massimo Galli, infettivologo dell'Università degli Studi di Milano e primario di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco, conferma quanto detto dal medico tedesco: «Non sono ancora disponibili dati di osservazione scientifica su questo aspetto, sto parlando di osservazioni personali e del mio team. La perdita di gusto e olfatto può comparire anche in altre infezioni delle vie respiratorie, ma nella Covid-19 sembrerebbe più frequente e grave».
L'esperto, come riportato da Il Corriere della Sera, ha riscontrato la perdita di olfatto e di gusto tra i pazienti riscontrati positivi. Pare siano sintomi molto evidenti e accentuati, al punto che una mamma, positiva, ha dichiarato di non aver sentito l'odore del pannolino sporco di suo figlio. Altri pazienti hanno dichiarato di non riuscire a sentire l'odore dello shampoo e di non sentire il gusto del cibo.
Il 30% delle persone infette avrebbe avuto anche la diarrea. Massimo Galli, infettivologo dell'Università degli Studi di Milano e primario di Malattie infettive dell'Ospedale Sacco, conferma quanto detto dal medico tedesco: «Non sono ancora disponibili dati di osservazione scientifica su questo aspetto, sto parlando di osservazioni personali e del mio team. La perdita di gusto e olfatto può comparire anche in altre infezioni delle vie respiratorie, ma nella Covid-19 sembrerebbe più frequente e grave».
Tiziana Ferrario: «Mio figlio positivo al coronavirus, la sua vita è stravolta»
«Mio figlio, atleta e ingegnere, è risultato positivo al coronavirus. Ha 29 anni ed è sano, ma questo non ha impedito al virus di stravolgere la sua vita». Una rivelazione delicata, quella di Tiziana Ferrario, storico volto del Tg1.
La giornalista, che vive a Roma, ha raccontato di aver visto per l'ultima volta il figlio, residente a Milano, il 23 febbario scorso: «Eravamo ad Ancona, lui aveva deciso di correre i 1500 metri ai campionati italiani indoor di atletica. Pur non essendo un professionista, si era allenato tantissimo per un anno ed era stato anche un mese in Kenya, per confrontarsi con i migliori atleti al mondo. Dopo quella volta, ognuno è tornato a casa e ci siamo sentiti solo al telefono: parlavamo proprio del coronavirus, che dilagava proprio intorno a Milano, dove vive lui».
La situazione è precipitata la scorsa settimana. «Mio figlio ha iniziato ad accusare tosse e mal di gola ed aveva la febbre a 38. Venerdì è peggiorato: ad ogni colpo di tosse, anche un po' di sangue. Il medico, al telefono, gli aveva raccomandato di prendere la tachipirina ma non ci sono stati miglioramenti e quindi è andato al pronto soccorso» - racconta Tiziana Ferrario - «Una lastra ha permesso di accertare un principio di polmonite e il tampone ha confermato la positività al coronavirus. Ora è ricoverato e le sue condizioni non sono peggiorate, non sente più sapori né odori, ma aveva questa sensazione già dai primi sintomi».
La giornalista racconta ancora: «Continuiamo a chiederci dove possa avere contratto il virus. I suoi amici stanno bene, in azienda non ci sono casi e stanno tutti bene. Sappiamo che intorno a noi ci sono molti asintomatici, il Covid-19 è un nemico subdolo e non fa distinzioni. Colpisce tutti gli organismi, può essere fatale per chi ha già altre patologie ma non risparmia nemmeno persone sane e robuste, come mio figlio. Il virus gli ha stravolto l'esistenza in pochi giorni». Tiziana Ferrario ringrazia poi i medici e gli infermieri che stanno curando il figlio come altre migliaia di persone: «Ora si trova in una stanza isolata, con un vetro, dove degli eroi entrano superprotetti per assisterlo. Il loro impegno è esemplare e non va dato per scontato, non finirò mai di ringraziarli per il lavoro che stanno facendo per tutti i malati».
La giornalista, che vive a Roma, ha raccontato di aver visto per l'ultima volta il figlio, residente a Milano, il 23 febbario scorso: «Eravamo ad Ancona, lui aveva deciso di correre i 1500 metri ai campionati italiani indoor di atletica. Pur non essendo un professionista, si era allenato tantissimo per un anno ed era stato anche un mese in Kenya, per confrontarsi con i migliori atleti al mondo. Dopo quella volta, ognuno è tornato a casa e ci siamo sentiti solo al telefono: parlavamo proprio del coronavirus, che dilagava proprio intorno a Milano, dove vive lui».
La situazione è precipitata la scorsa settimana. «Mio figlio ha iniziato ad accusare tosse e mal di gola ed aveva la febbre a 38. Venerdì è peggiorato: ad ogni colpo di tosse, anche un po' di sangue. Il medico, al telefono, gli aveva raccomandato di prendere la tachipirina ma non ci sono stati miglioramenti e quindi è andato al pronto soccorso» - racconta Tiziana Ferrario - «Una lastra ha permesso di accertare un principio di polmonite e il tampone ha confermato la positività al coronavirus. Ora è ricoverato e le sue condizioni non sono peggiorate, non sente più sapori né odori, ma aveva questa sensazione già dai primi sintomi».
La giornalista racconta ancora: «Continuiamo a chiederci dove possa avere contratto il virus. I suoi amici stanno bene, in azienda non ci sono casi e stanno tutti bene. Sappiamo che intorno a noi ci sono molti asintomatici, il Covid-19 è un nemico subdolo e non fa distinzioni. Colpisce tutti gli organismi, può essere fatale per chi ha già altre patologie ma non risparmia nemmeno persone sane e robuste, come mio figlio. Il virus gli ha stravolto l'esistenza in pochi giorni». Tiziana Ferrario ringrazia poi i medici e gli infermieri che stanno curando il figlio come altre migliaia di persone: «Ora si trova in una stanza isolata, con un vetro, dove degli eroi entrano superprotetti per assisterlo. Il loro impegno è esemplare e non va dato per scontato, non finirò mai di ringraziarli per il lavoro che stanno facendo per tutti i malati».
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domenica 15 marzo 2020
Coronavirus, Arturo muore a 67 anni. Il dolore della moglie: «È un mostro che ti mangia il respiro»
Coronavirus, Arturo muore a 67 anni. Il dolore della moglie: «È un mostro che ti mangia il respiro». Arturo Ferrara, 67enne napoletano, è scomparso lo scorso 11 marzo. In un'intervista a Fanpage a firma Pierluigi Frattasi, la moglie Nunzia Longobardi ha ripercorso il calvario del marito, dai primi sintomi comparsi a fine febbraio, fino alla scomparsa.
Ecco le parole della moglie: «Per Arturo è successo tutto così in fretta. Si è aggravato dieci giorni dopo i primi sintomi. Tre giorni dopo è finito. Non aveva gravi patologie pregresse. Su questo virus, secondo me, nessuno è informato bene. La cosa terribile sono la tosse e la fame d'aria. Sapete qual è la paura? Che poi vedi che in poche ore avviene tutto. È come un mostro che ti sta mangiando improvvisamente. Questa è la sensazione, che non puoi più respirare. Arturo diceva a Claudia, nostra figlia 'è come se non riuscissi a sbadigliare' invece erano i polmoni che erano fortemente stressati».
Nunzia non ha potuto celebrare la cerimonia funebre pubblicamente, perché vietato dai decreti del governo per il Coronavirus. Adesso, anche lei e le due figlie sono in isolamento a casa. «Ci sentiamo come appestati. Nella mia vita mai avrei pensato una cosa del genere, mi sembra un film di fantascienza. La morte capita, io sono una persona razionale. Ma Arturo è stato privato di tutto, anche del funerale, come fosse stata l’ultima persona al mondo. Le ultime parole che ha detto a mia figlia sono state 'Claudia, voglio morire a casa'».
Nunzia continua raccontando il calvario del marito: «All'inizio pensavamo fosse una semplice influenza. Mai avrei pensato che Arturo avrebbe potuto prendere il Coronavirus perché era sempre molto attento all'igiene. Da quando è scoppiata questa epidemia guardava continuamente su YouTube i video sul coronavirus. Ai primi di febbraio andammo in un negozio vicino casa e comprammo di tutto, candeggina, spray, gel disinfettanti. Il proprietario ci disse 'Signor Arturo, se arriva il Coronavirus, potete aprire un negozio'. Lui sorrise e rispose 'Prevenire è meglio che curare. Dai primi di febbraio, Arturo è uscito solo in 2-3 occasioni. L’ultima uscita è stata dal dentista, il 26 febbraio, il giorno prima che comparissero i sintomi, ma era una visita su appuntamento ed eravamo soli. Una volta è andato al supermercato di via Petrarca ed è tornato nervoso. Gli ho chiesto il perché e lui mi ha risposto che le persone erano incivili. Mi ha raccontato che era bloccato in una fila e un signore dietro di lui tossiva e lui si è girato e gli ha detto 'Ma con questa situazione non mette nemmeno la mano davanti alla bocca?' Io gli ho risposto che era paranoico. La volta successiva, al supermercato lui ha fornito a tutta la famiglia i guanti monouso per non toccare il carrello, perché dicono che è il primo veicolo di contagio. Arturo aveva un inizio di Parkinson, ma era di media entità, infatti non tremava e poi era farmaco controllato, aveva iniziato la terapia».
La famiglia di Arturo ha lanciato un appello per una cerimonia funebre virtuale: «Era una cosa che ci stava facendo impazzire. Poi sulla mia pagina Facebook sono comparsi centinaia di messaggi di amici e conoscenti che hanno voluto ricordare la bontà, la gentilezza di Arturo. Volevamo chiedere di fare una preghiera assieme. Poi abbiamo pensato di fare questo applauso tutti insieme. Tra qualche mese, quando quest'incubo sarà finito, faremo la cerimonia religiosa e parteciperanno tutti».
Ecco le parole della moglie: «Per Arturo è successo tutto così in fretta. Si è aggravato dieci giorni dopo i primi sintomi. Tre giorni dopo è finito. Non aveva gravi patologie pregresse. Su questo virus, secondo me, nessuno è informato bene. La cosa terribile sono la tosse e la fame d'aria. Sapete qual è la paura? Che poi vedi che in poche ore avviene tutto. È come un mostro che ti sta mangiando improvvisamente. Questa è la sensazione, che non puoi più respirare. Arturo diceva a Claudia, nostra figlia 'è come se non riuscissi a sbadigliare' invece erano i polmoni che erano fortemente stressati».
Nunzia non ha potuto celebrare la cerimonia funebre pubblicamente, perché vietato dai decreti del governo per il Coronavirus. Adesso, anche lei e le due figlie sono in isolamento a casa. «Ci sentiamo come appestati. Nella mia vita mai avrei pensato una cosa del genere, mi sembra un film di fantascienza. La morte capita, io sono una persona razionale. Ma Arturo è stato privato di tutto, anche del funerale, come fosse stata l’ultima persona al mondo. Le ultime parole che ha detto a mia figlia sono state 'Claudia, voglio morire a casa'».
Nunzia continua raccontando il calvario del marito: «All'inizio pensavamo fosse una semplice influenza. Mai avrei pensato che Arturo avrebbe potuto prendere il Coronavirus perché era sempre molto attento all'igiene. Da quando è scoppiata questa epidemia guardava continuamente su YouTube i video sul coronavirus. Ai primi di febbraio andammo in un negozio vicino casa e comprammo di tutto, candeggina, spray, gel disinfettanti. Il proprietario ci disse 'Signor Arturo, se arriva il Coronavirus, potete aprire un negozio'. Lui sorrise e rispose 'Prevenire è meglio che curare. Dai primi di febbraio, Arturo è uscito solo in 2-3 occasioni. L’ultima uscita è stata dal dentista, il 26 febbraio, il giorno prima che comparissero i sintomi, ma era una visita su appuntamento ed eravamo soli. Una volta è andato al supermercato di via Petrarca ed è tornato nervoso. Gli ho chiesto il perché e lui mi ha risposto che le persone erano incivili. Mi ha raccontato che era bloccato in una fila e un signore dietro di lui tossiva e lui si è girato e gli ha detto 'Ma con questa situazione non mette nemmeno la mano davanti alla bocca?' Io gli ho risposto che era paranoico. La volta successiva, al supermercato lui ha fornito a tutta la famiglia i guanti monouso per non toccare il carrello, perché dicono che è il primo veicolo di contagio. Arturo aveva un inizio di Parkinson, ma era di media entità, infatti non tremava e poi era farmaco controllato, aveva iniziato la terapia».
La famiglia di Arturo ha lanciato un appello per una cerimonia funebre virtuale: «Era una cosa che ci stava facendo impazzire. Poi sulla mia pagina Facebook sono comparsi centinaia di messaggi di amici e conoscenti che hanno voluto ricordare la bontà, la gentilezza di Arturo. Volevamo chiedere di fare una preghiera assieme. Poi abbiamo pensato di fare questo applauso tutti insieme. Tra qualche mese, quando quest'incubo sarà finito, faremo la cerimonia religiosa e parteciperanno tutti».
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