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martedì 12 maggio 2020

Mara Venier, il retroscena: «Sono andata in onda a Domenica In ma ero preoccupata per la polmonite di mio marito»

«Mio marito ha avuto una polmonite molto grave, ero distrutta ma l’ha superata», confessa Mara Venier. La conduttrice di "Domenica In" ha spiegato in un'intervista a Libero di essere andata in onda nonostante le preoccupazioni per la salute del marito Nicola Carraro. Racconta tutto ora che il peggio è passato, ma ammette le difficoltà affrontate nel mese di dicembre. La pandemia da coronavirus avrebbe sconvolto l'Italia due mesi dopo.


«Ha cominciato con febbre, poi è andato in ospedale. Il professore del Gemelli ha visto la lastra, ha detto che era grave. Facevo 'Domenica In' ed ero distrutta. Ma lui ce l’ha fatta, l’ ha superata». Il compagno si trovava a Santo Domingo e il dubbio che abbia contratto il Covid-19 è arrivato solo in seguito: «È tornato a Roma prima di Natale e siamo andati al Gemelli, ma adesso, con il senno di poi, penso: non è che ha avuto il coronavirus?».

Mara Venier ha continuato ad andare in onda anche durante il lockdown, quando molte trasmissioni Rai sono state sospese. Lo stop è durato solo una settimana: «Quella famosa in cui è scoppiato tutto. Il vice ministro Sileri era risultato positivo, dovevo averlo ospite, mi sono molto spaventata. Avevo tredici persone in studio. Da quella giornata gli ospiti in studio non ci sarebbero più stati. Ho pensato sinceramente di fermarmi. Poi, parlando, con il direttore di rete Coletta e il direttore generale Salini, ho cambiato idea. Mi hanno dato la forza di tornare. Ero molto spaventata per me, faccio parte dell' età a rischio».

Riprendere con lo studio vuoto e le videochiamate non è stato semplice a livello emotivo: «Ho fatto una puntata sugli abbracci che ha fatto piangere mezza Italia. Ogni due per tre mi si stringeva un nodo in gola e mi veniva da singhiozzare. Non era la difficoltà di non avere più gli ospiti e l'orchestra. Sull'improvvisazione sono forte, è cosa mia. Era la paura. Lo choc». Intanto, da Viale Mazzini sembra confermata la durata del programma fino al 28 giugno.

giovedì 23 aprile 2020

Coronavirus, Federica Sciarelli a Chi l'ha Visto: «Persone abbandonate con la febbre, ma ai calciatori della Juventus hanno fatto il tampone»

A Chi l'ha Visto le storie di persone "abbandonate" in casa con i sintomi del coronavirus e senza il tampone. Le vicende hanno in comune una gestione confusa dell'emergenza. Federica Sciarelli ricorda, tuttavia, che a fronte di tanti che non hanno potuto fare il test ci sono persone ricche e famose che hanno avuto facilmente il risultato. A domanda diretta su un medico di base morto senza tampone, Angelo Borreli ha spiegato che sono sempre state osservate le regole dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.


«L'Oms non ha detto di fare il tampone a tutti i giocatori della Juventus, mentre ci sono persone abbandonate a casa con la febbre», spiega in diretta la conduttrice.
«Sono stata abbandonata con due anziani malati», racconta una donna che ha perso la madre e continua ad assistere il padre affetto da polmonite. «Ci hanno detto 'se state meglio chiamate che vi togliamo la quarantena, non vogliamo tenere le persone ai domiciliari'. Parlo non perché voglio apparire, ma perché con la fase due non si dimentichino queste morti».

Un'altra spiega che alla madre non hanno fatto il test né da viva né da morta. Il suo era un caso di "Covid sospetto". La donna si è messa in autoquarantena per il suo senso di responsabilità, ma non ha indicazioni in merito. E da tantissime famiglie sparse per l'Italia arrivano altri appelli. «Ti dai da fare, ma nessuno ti dà retta», sono le parole di un'altra donna.

venerdì 20 marzo 2020

Tiziana Ferrario: «Mio figlio positivo al coronavirus, la sua vita è stravolta»

«Mio figlio, atleta e ingegnere, è risultato positivo al coronavirus. Ha 29 anni ed è sano, ma questo non ha impedito al virus di stravolgere la sua vita». Una rivelazione delicata, quella di Tiziana Ferrario, storico volto del Tg1.

La giornalista, che vive a Roma, ha raccontato di aver visto per l'ultima volta il figlio, residente a Milano, il 23 febbario scorso: «Eravamo ad Ancona, lui aveva deciso di correre i 1500 metri ai campionati italiani indoor di atletica. Pur non essendo un professionista, si era allenato tantissimo per un anno ed era stato anche un mese in Kenya, per confrontarsi con i migliori atleti al mondo. Dopo quella volta, ognuno è tornato a casa e ci siamo sentiti solo al telefono: parlavamo proprio del coronavirus, che dilagava proprio intorno a Milano, dove vive lui».




La situazione è precipitata la scorsa settimana. «Mio figlio ha iniziato ad accusare tosse e mal di gola ed aveva la febbre a 38. Venerdì è peggiorato: ad ogni colpo di tosse, anche un po' di sangue. Il medico, al telefono, gli aveva raccomandato di prendere la tachipirina ma non ci sono stati miglioramenti e quindi è andato al pronto soccorso» - racconta Tiziana Ferrario - «Una lastra ha permesso di accertare un principio di polmonite e il tampone ha confermato la positività al coronavirus. Ora è ricoverato e le sue condizioni non sono peggiorate, non sente più sapori né odori, ma aveva questa sensazione già dai primi sintomi».

La giornalista racconta ancora: «Continuiamo a chiederci dove possa avere contratto il virus. I suoi amici stanno bene, in azienda non ci sono casi e stanno tutti bene. Sappiamo che intorno a noi ci sono molti asintomatici, il Covid-19 è un nemico subdolo e non fa distinzioni. Colpisce tutti gli organismi, può essere fatale per chi ha già altre patologie ma non risparmia nemmeno persone sane e robuste, come mio figlio. Il virus gli ha stravolto l'esistenza in pochi giorni». Tiziana Ferrario ringrazia poi i medici e gli infermieri che stanno curando il figlio come altre migliaia di persone: «Ora si trova in una stanza isolata, con un vetro, dove degli eroi entrano superprotetti per assisterlo. Il loro impegno è esemplare e non va dato per scontato, non finirò mai di ringraziarli per il lavoro che stanno facendo per tutti i malati».

mercoledì 18 marzo 2020

Coronavirus, morto Marcello Natali, segretario dei medici di famiglia: esercitava a Codogno, aveva 57 anni

Sale il numero dei medici deceduto per nuovo coronavirus. È deceduto oggi il segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg) di Lodi, Marcello Natali. La notizia è confermata dalla stessa Fimmg. Natali aveva 57 anni e non aveva particolari gravi patologie pregresse. Dopo il ricovero a Cremona, era stato trasferito a Milano e ricoverato intubato in terapia intensiva per una grave polmonite bilaterale. Natali esercitava la sua attività di medico di famiglia nell'area di Codogno.


La notizia «arriva nel silenzio assordante di ministero e Regione Lombardia, mentre alcune Regioni stanno rispondendo come possono alle nostre richieste». Paola Pedrini, segretario Fimmg Lombardia, commenta così la scomparsa del collega vittima della Covid-19. Il medico visitava nell'area di Codogno e aveva segnalato i rischi che - nell'area primo epicentro dei contagi - correvano anche i camici bianchi e di conseguenza i loro assistiti.

«Oggi dobbiamo dire addio a un altro collega - afferma Pedrini - punto di riferimento non solo per i suoi pazienti, ma anche per tutti i medici di famiglia di Lodi. Un collega sempre disponibile, sempre attento verso i giovani e al ricambio generazionale nella medicina generale. Ha combattuto fin da subito sul campo, senza mai tirarsi indietro. Marcello Natali avrà sempre la nostra infinita stima e il nostro riconoscimento», aggiunge la numero uno dei medici di famiglia lombardi che rilancia il suo appello: «Ora permetteteci di tutelare chi è ancora in prima linea sul fronte di questa battaglia».

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