Abul Bajandar aveva un solo sogno. Tornare ad avere un'esistenza normale. Una vita come quella di ogni papà del mondo che può prendere in braccio la propria bambina e tenerla stretta. Adesso quel desiderio è diventato realtà per il 27enne, meglio conosciuto come "l'uomo albero" a causa delle escrescenze che gli si sono sviluppate negli anni su mani e piedi: dopo 16 operazioni quel calvario sembra essere ormai alle spalle e Abul, che abita in un villaggio nel distretto meridionale di Khulna, si prepara a lasciare l'ospedale dopo un anno di degenza con sua moglie Halima e la sua bambina di 3 anni.
L'uomo ha sofferto di una malattia chiamata Epidermodisplasia verruciforme, caratterizzata da un'infezione cronica alla pelle che provoca l'insorgere di escrescenze e squame sugli arti. I primi segni apparvero dieci anni fa, ma lui all'inizio non dette importanza a quei primi sintomi, pensando fosse semplicemente un'infezione della pelle. Con il tempo, però, quelle escrescenze, simili a rami, sono diventate enormi, tanto da renderlo invalido e incapace di potersi nutrire, lavare, vestire senza l'aiuto della famiglia.
Una situazione insostenibile dalla quale Abul sta lentamente venendo fuori grazie a un ospedale di Dhaka che si è offerto di operarlo gratuitamente, visto che lui, con il suo magro stipendio da conducente di risciò, non avrebbe potuto affrontare le cure mediche: adesso, dopo 16 operazioni e la rimozione di 5 chili di escrescenze su mani e piedi, si appresta a lasciare l'ospedale. «Il trattamento su Abul è stato una pietra miliare nella storia della scienza medica - ha detto Lal Samanta Sen, coordinatore del reparto di chirurgia plastica al Dhaka Medical College Hospital - Le mani e i piedi sono ormai quasi completamente a posto. Sarà dimesso entro i prossimi 30 giorni dopo un paio di interventi chirurgici minori per perfezionare la forma delle mani». Adesso per Abul si prospetta una vita nuova: dopo che la sua malattia è finita sui media di tutto il mondo gli sono arrivate parecchie donazioni per sostenere le spese dell'intervento. Ora con quella cifra aprirà una sua attività e potrà garantire un futuro alla sua bambina che, finalmente, riesce ad abbracciare: «Non ho mai pensato che sarei stato in grado di tenere la mia bambina con le mani. Ora mi sento molto meglio, posso giocare con lei e fare tutto ciò che non ho potuto fare prima. Ero così preoccupato di non riuscire a crescere mia figlia. Adesso spero solo che la maledizione non tornerà. Al momento penso solo che non vedo l’ora di tornare a casa».
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