Chi mangia con i buoni pasto del Comune di Roma per l'emergenza Covid?
Sicuramente non ci mangeranno un migliaio di famiglie bisognose che resteranno escluse dalle graduatorie a causa di una gestione, tutta da verificare, del Campidoglio che è riuscito a perdere nella trattativa tra due società ben 500.000 euro in ticket. Come? Con una operazione, senza gara d'appalto ma con affidamento diretto di 10 milioni di euro, che avrebbe portato a scegliere una società francese che mette su piatto un valore di mezzo milione di buoni pasto in meno di una società italiana. A denunciarlo è proprio l'azienda italiana con una diffida inviata al Campidoglio. E ora, come anticipato ieri da Lorenzo d'Albergo su Repubblica, la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo per stabilire se ci siano stati sprechi e mancate ottimizzazioni delle risorse.
L'ANTEFATTO Il governo ha stanziato 400 milioni di fondi per aiutare le famiglie bisognose per l'emergenza coronavirus. Al Comune di Roma sono arrivati circa 15 milioni di euro. Il Campidoglio, come molte altre amministrazioni, ha pensato che il modo migliore per distribuire questi fondi sia attraverso i cosiddetti buoni pasto. Partendo con i primi 10 milioni. Così il capo di gabinetto della sindaca Raggi ha subito chiamato la società Repas, che ha vinto la gara di appalto Consip per la gestione dei buoni pasto per la pubblica amministrazione del Lazio. La società, inizialmente, ha offerto al Comune uno sconto del 10%. Ma pochi giorni dopo si è inserita senza troppi scrupoli un'altra società di fornitura di buoni pasto, la francese Edenred la quale ha offerto al Campidoglio uno sconto maggiore, pari al 20%. A questo punto, la società italiana Repas si è adeguata e ha presentato un piano con il 20% di sconto per il Campidoglio.
LA SCELTA Alla fine il Comune, come rivelato da Leggo, ha scelto la società francese. Il motivo ufficiale? Lo ha ripetuto la stessa sindaca Virginia Raggi ospite della trasmissione di Barbara D'Urso: la società francese ha messo a disposizione «una novità assoluta, una speciale App per la gestione più veloce dei buoni pasto».
ALTRO CHE APP Non ci vuole tanto a capire che le persone bisognose spesso non dispongono di device ma soprattutto sono anziani con uno scarso livello di digitalizzazione i quali se ne fanno ben poco della App francese. Infatti il Comune è dovuto correre ai ripari. Come? Chiedendo a un centinaio di edicole di distribuire e raccogliere i moduli cartacei di richiesta. Per loro altro che App: saranno i vigili a consegnare i carnet dei buoni pasto. Buoni da 300 a 500 euro a nucleo familiare. E per i quali finora (oggi scade il termine) sono giunte circa 50mila richieste. Di queste ne sarebbero state evase 4.700 tramite App e 5.100 con blocchetti cartacei.
IL COLPO DI SCENA La società italiana che non è stata scelta da Comune è voluta andare a fondo. Ha visionato gli atti del Comune e ne ha scoperte delle belle. Al punto da aver inviato una diffida ufficiale. «In pratica - spiegano quelli di Repas - noi offrivamo buoni pasto per un valore di 12,5 milioni di euro e, applicando uno sconto del 20%, prendevamo dal Comune 10milioni. La società francese, invece, prendeva gli stessi 10milioni e regalava un 20% in più di valore. Quindi 12milioni. Insomma la società italiana metteva sul piatto 500mila euro di buoni pasto in più ». Non si sa se i dirigenti comunali abbiano spiegato male le cose alla sindaca o sia stata la Raggi a non capirle. Sta di fatto che, a quanto dice Repas, per le famiglie bisognose di Roma ci saranno 500mila euro in meno.
L'INCHIESTA La vicenda è ora finita alla Corte dei Conti. Il procuratore Andrea Lupi ha affidato il fascicolo per capire se ci sia stato un danno erariale o una mancata ottimizzazione delle risorse a favore delle famiglie povere.
NO RIPENSAMENTI Sulla vicenda ha chiesto chiarimenti il consigliere comunale della Lega Davide Bordoni. Mentre Fratelli d'Italia, con intervento anche di Giorgia Meloni, ha presentato una mozione per chiedere al Campidoglio di rivedere la procedura. Ma la mozione è stata bocciata. Dall'ufficio della sindaca Raggi nessuna dichiarazione (magari tornerà a parlarne senza contraltare da Barbara D'Urso) e nessuna risposta. Neppure alla domanda: chi mangia con i buoni pasto?
giovedì 16 aprile 2020
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