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mercoledì 6 maggio 2020

Papa Francesco, la battuta infelice al telefono col ragazzo autistico: «Ci rivedremo all'inferno»

Una battuta insolita e forse un po' infelice per Papa Francesco. Il Pontefice, dopo aver chiamato al telefono un ragazzo autistico che gli aveva scritto una lettera, si è congedato infatti così: «Forse ci rivedremo all'inferno». Ecco cosa è successo.


Andrea, affetto da autismo, vive a Caravaggio (Bergamo) insieme alla mamma, al papà e al fratello maggiore. La sua è una famiglia molto religiosa e questo ragazzo non perde mai la messa in streaming di Papa Francesco da Santa Marta. Andrea aveva scritto a Papa Francesco, raccontando le difficoltà della vita al tempo del coronavirus, che influiscono anche sulla messa. Il Pontefice, come scrive anche franca Giansoldati sul Messaggero, ha quindi deciso di inviargli una papalina e ha chiamato la sua famiglia per parlare con lui, invitando tutti in Vaticano a fine emergenza.

«È vero, in questi tempi difficili non è possibile scambiarsi un segno di pace dandosi la mano, ma chi assiste alla messa lo fa con un cenno del capo» - ha rivelato Papa Francesco ad Andrea - «Vi benedico tutti, voi pregate per me». La mamma di Andrea, a quel punto, replica così al Papa: «Grazie Santità, noi preghiamo per lei ma lei non ne ha bisogno, è già un santo». E il Pontefice risponde subito: «Ma Dio mio, forse ci rivedremo all'inferno». Una battuta spiazzante e poco chiara, che potrebbe presto far discutere.

lunedì 1 gennaio 2018

Morgan e la casa pignorata: "Per mia figlia cifre esorbitanti, massacrato da chi mi ha detto 'ti amo'"

Morgan, all'anagrafe Marco Castoldi, scrive una lettera aperta dopo il pignoramento della sua casa di Monza seguito ai mancati pagamenti degli alimenti all'ex Asia Argento e alla figlia Anna Lou dal 2011: "Mettiamo subito le cose in chiaro: non sono uno particolarmente legato al denaro (la penso come Silvano Agosti cioè quando si ha un tetto, del cibo e dei vestiti, tutto il denaro in più è una sconfitta) perciò non sono mai stato attento al calcolo e al risparmio". La lunga e accorata missiva, condivisa con un post su Facebook, racconta tutte le difficoltà che Morgan ha dovuto affrontare nella sua vita.
"Da buon artigiano-medio, una cosa ho fatto, e che ho potuto fare perché lavoro da quando ho sedici anni, da quando mio padre mi ha lasciato - unico figlio maschio - costretto a dover portare a casa soldi per continuare a campare, io, mia madre, mia sorella, e intanto studiare al liceo e al conservatorio, perché non volevo permettere che, sia io che mia sorella, non coltivassimo l'interesse per gli studi, per la musica e per la cultura soltanto perché mio padre aveva fallito nella vita e se l'era data a gambe. Già c'era la sofferenza di un lutto così assurdo, ci mancava pure che tutto ciò ci rovinasse la vita... Ci siamo rimboccati le maniche: mia madre, insegnante elementare in pensione - prosegue Morgan - si è messa improvvisamente a girare da sola in macchina per tutta Italia improvvisandosi rappresentante di vestiti; mia sorella che aveva un anno più di me e che faceva la quinta ginnasio al liceo classico, ha cominciato a fare la cameriera e la commessa; io uscivo a mezzanotte con il motorino e andavo a fare piano bar per le coppiette innamorate nei locali della Brianza, tornavo alle cinque del mattino e alle otto, in bicicletta, con mia sorella sul manubrio, andavo al liceo. Io son stato bocciato mentre lei si è presa due lauree. Abbiamo pagato la casa, mettendo insieme le forze. Abbiamo continuato a studiare musica, lei il violoncello e io il pianoforte".
"Non mi sono laureato - spiega Morgan - ma ho fatto il professionista musicista, mi conoscete tutti, non sono una persona superficiale, qualche libro l'ho letto, qualche strumento lo suonicchio. Dicevo, non venero il denaro, ma una casa sono riuscito a comprarmela, banalmente, una, l'unica, altro che villa al mare, chalet in montagna, residenza di famiglia in campagna, appartamento in centro…! Ma di cosa stiamo parlando? Una benedetta prima casa, l'unica, per metterci dentro una famiglia, dei figli, un televisore, un pianoforte, e il minimo per una vita tranquilla e dignitosa. Altro che rockstar, altro che figli d'arte: sono una persona comune, per bene. Ma artista. Mi son fatto da solo".
"A diciassette anni ho firmato per una major - la Polygram, e ho inciso il mio primo album - Non c'erano mica i talent show - sottolinea il cantante - nemmeno l'ombra. C'erano lo scantinato della casa e un registratore quattro piste a cassette, e mentre i miei coetanei andavano 'in compagnia', io stavo a scrivere le canzoni, e a cercare di realizzare dei demo autoprodotti. Facevamo un centinaio di musicassette con la copertina fabbricata nella tipografia del paese, e al sabato pomeriggio andavamo a Milano in Piazza Duomo per cercare di venderle ai passanti. Non avrei potuto fare altro, era tanto forte il trasporto, la voglia, la determinazione. Così ho trascorso la mia adolescenza: studiando, lavorando, coltivando la passione. Elaborando il lutto".
Morgan parla, poi, della sua esperienza di padre e degli alimenti. "Io ho due figlie, l'averle messe al mondo è stata una scelta, non un incidente - precisa con orgoglio -, perciò è logico che non mi sottragga al fatto di mantenerle al massimo delle mie possibilità, e non ho mai battuto ciglio quando i tribunali hanno stabilito gli assegni, nello stupore dei miei avvocati che tentavano di farmi ridimensionare le somme, ai quali rispondevo: no, è giusto, voglio che sia così, che i miei figli possano avere tutto, tutto quello che non ho avuto io'. Mi rispondevano: ma guarda che tremila euro sono troppi, un bambino non ha quelle spese. E io replicavo: vabbè, non importa, vorrà dire che li metteranno via e glieli daranno poi quando sarà grande. Intanto io, che tra l'altro non ero quello che aveva voluto la separazione, continuavo a lavorare come sempre, e i soldi li facevo gestire di volta in volta a professionisti, i cosiddetti commercialisti, cosa che fanno tutti, non solo chi al denaro non è particolarmente attento".
A determinare il mancato versamento degli alimenti ci sarebbero difficoltà economiche. Per farla breve, continua Morgan, "un giorno sono caduto dal pero, ed è stato non molto tempo fa, quando, dopo un'intera stagione di lavoro televisivo, una stagione campionessa di incassi, con ascolti record, mi trovo senza compenso. Perché? Innanzi tutto perché metà se li è presi Equitalia. E l'altra metà, non mi viene corrisposta semplicemente facendo appello alla mia 'indisciplina'. Così, da un giorno all'altro io vengo a sapere che ho un gigantesco debito con l'Agenzia delle Entrate, accumulatosi in dieci anni di tasse mai pagate. Cosa???? Non sapevo nulla perché nessuno me l'aveva detto. Semplice: non te lo puoi inventare, se non te lo dicono. Nessuno nemmeno mi aveva chiesto un parere. Io di certo non ho mai detto a chi gestiva il denaro di non pagare le tasse, anzi, quando chiedevo notizie sul denaro - che mi sembrava sempre un po' meno di quello che mi pareva dovesse essere la quantità - mi veniva detto: 'eh, si è vero, ma le tasse sono altè". E invece non venivano pagate. Quindi dove sta il denaro? Boh. Io mi sono soltanto affidato a dei professionisti. Non voglio entrare in questo argomento ora, ma era solo per dire che se i soldi se li prende tutti completamente lo Stato (perché ho un debito), come faccio a vivere per saldarlo? Come mangio? Con che energia lavoro? Con che entusiasmo faccio gli spettacoli? Con che creatività scrivo? A qualcuno interessa?", si chiede nella lunghissima lettera.
"Per anni ho pagato somme esorbitanti, intere rette annuali per scuole private di lusso, che costano più della Bocconi, ma non c'è problema - continua Morgan- per la bambina questo e altro, figuriamoci. Per una bambina fantastica, che non ha colpa, semmai la fortuna di essere figlia di un musicista realizzato e di un'attrice con un albero genealogico talmente grande che non ci sta neanche nei parchi delle sue ville in Toscana o nei giardini pensili delle sue terrazze romane. Ma il problema non è mica Asia. Sono certo che lei non c'entra nulla con questa faccenda, figuriamoci! Ma secondo voi, che interesse avrebbe nei confronti della mia umile dimora monzese, lei che vive tra Parigi e Los Angeles in case meravigliose, e che lavora con i più grandi registi del mondo? Mica ha bisogno di me per farsi mantenere!".
"Quei tremila euro con cui certe famiglie avrebbero tirato su dodici figli, per lei sono una bazzecola, ci paghi giusto un giorno d'albergo a New York, viaggio escluso. Ma scherziamo? No?! Però appena ho sgarrato una mezza volta, e non per mia volontà, come ho spiegato ampiamente prima, allora ecco che subito arriva la notifica, il pignoramento, la chiamata a rispondere della condotta deplorevole, e per non parlare delle diffamazioni, le sputtanate a mezzo stampa. Ma sì, distruggiamolo quello stronzo, togliamogli tutto, figli, casa, dignità civile, che ci frega, anzi mi diverto - conclude Morgan con amarezza - Dai massacriamolo, senza pietà, senza un minimo di rispetto! E non parlo del ricordarsi di aver detto 'ti amo', ma del minimo rispetto di un essere umano".

sabato 7 ottobre 2017

Emilio Fede choc : "Sento che la fine è vicina, ho fatto testamento"

"Questa notte ho scritto delle cose. Tra queste, una lettera a Silvio Berlusconi e poi ho scritto il mio testamento. Stanotte alle ore tre ho deciso che dovevo mettere nero su bianco alcune cose importanti. Sento che la fine è vicina, anche se ovviamente non la desidero né la aspetto".
Queste le dichiarazionio choc rilasciate da Emilio Fede ai microfoni ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
L'ex direttore del TG4 ha parlato non solo di Berlusconi :" non ci vediamo da troppo tempo, ho scritto che dopo 25 anni che abbiamo passato insieme con grande affetto ritengo che io e lui ci si debba trovare di nuovo in una passeggiata ad Arcore, nel massimo della serenità, per ricordarci di quanto cantavamo ‘e Forza Italia e siamo tantissimi".
Ma ha rivolto un pensiero anche a Francesca Pascale : " l’ho sentita da poco, ci siamo promessi che saremmo andati a cena insieme. Se c’è una persona felice e contenta quella è sicuramente Francesca Pascale. E tante ragazze sognano di essere come lei. L’Italia è piena di aspiranti Francesca Pascale”.
Infine ha espresso la sue volonta dopo la sua morte : "Il testamento, è una cosa talmente privata che posso dire solo una cosa. Non voglio funerali, voglio che si sappia che sono morto una settimana dopo l’accaduto. Ho già scritto il mio necrologio, ‘grazie di tutto, Emilio Fede’. Non voglio funerali con ipocriti che piangono lacrime di coccodrillo. Vorrei essere cremato e vorrei, se possibile, far disperdere le mie ceneri nel mare di Capri".

venerdì 19 settembre 2014

Lele Mora scrive a Corona: “Fabrizio torna con Nina Moric, lei ti ama ancora”


 “…So che leggerai questa mia lettera. E immagino che ora, mentre stai leggendo sarai stupito, tenuto conto che non ci parliamo dal 2009, da ben cinque anni, e ti starai chiedendo che cosa voglio da te: solo darti qualche consiglio da amico, visto che stai vivendo un momento difficile”. Dopo anni di silenzio Lele Mora scrive a Fabrizio Corona attraverso una lettera a “DiPiù”: “Non ho altri scopi, non coltivo l’obiettivo di provare a riavvicinarmi. Nel 2009 mi sono allontanato da te non perché tu fossi nei guai ma perché il nostro rapporto era diventato troppo stretto; non c’è stato sesso fra noi ma c’erano troppi sentimenti in ballo, c’era troppo affetto da parte mia nei tuoi confronti. Una situazione difficile per me e che poteva finire solo se mi fossi allontanato da te”.
Mora vorrebbe riavvicinare Fabrizio e Nina Moric: “So bene che, da quando tu e Nina vi siete lasciati nel 2007, lei ha cambiato molti fidanzati, ma è stato solo un modo per cercare di dimenticarti. E, del resto, anche tu hai avuto le tue storie d’fidanzati. Ma non è possibile scordarsi di una persona con cui si è messo al mondo un figlio, e Nina, caro Fabrizio, non ti ha dimenticato. Lo so perché la vedo spesso, perché per lei sono un punto di riferimento: per anni abbiamo lavorato insieme; ora io non faccio più l’agente dello spettacolo, ma I’amicizia tra me e Nina è rimasta salda, Lei, nei suoi momenti tristi, mi chiede consigli e questo vuol dire che si fida molto di me e che il nostro rapporto di amicizia è vero”.

giovedì 13 marzo 2014

Fabrizio Corona, scrive a 'Chi': "Mi hanno ridotto la pena di 4 anni ma resto in carcere"



"Mi hanno ridotto la pena togliendomi 4 anni e 2 mesi di reclusione. Ora potrei chiedere una condanna alternativa, ma non ho fretta, un giorno uscirò e mi riprenderò ciò che ho capito di volere veramente", sono le parole di Fabrizio Corona, che scrive al direttore di 'Chi' Alfonso Signorini una lettera dal carcere.   LA LETTERA "Ciao direttore - si legge nella missiva - sono passati quasi 14 mesi dal giorno del mio arresto, precisamente 410 giorni, e tante cose sono successe, tante cose sono cambiate, ma una in particolare mi è rimasta in mente e mi ha dato, e mi dà ancora, la forza di andare avanti. Sono le parole di uno dei miei due avvocati, Gianluca Maris: 'Fabrizio qualsiasi cosa accada resta sempre te stesso, non cambiare mai e soprattutto ricordati sempre che alla fine ciò che è giusto vince'".  PENA RIDOTTA "Lunedì 10 febbraio 2014 - prosegue Corona - ciò che era giusto in parte ha vinto. Il gip di Milano si è pronunciato in relazione a una mia istanza e la mia pena è stata rideterminata, passando da un cumulo di condanne definitive di 13 anni e 2 mesi, a uno di 9 anni. Mi sono stati scalati 4 anni e 2 mesi. In questo momento sono nei termini per chiedere una pena alternativa, ma non ho fretta. Affronto i compiti che ho davanti e li porto a compimento uno a uno. Concentro l'attenzione su ogni singolo passo, ma al tempo stesso cerco di avere una visione globale e di guardare lontano".
"C'è sempre un limite e una linea d'ombra da superare per conoscere se stessi, e spesso per farlo bisogna passare da una disfatta. Per me la disfatta è stato il carcere", scrive ancora Corona, aggiungendo: "Ma è anche vero che il carcere mi ha fatto bene, mi ha reso un altro, mi ha fatto superare tutte le mie ossessioni. Sono finalmente riuscito a fermarmi, pensare, riflettere e capire. Oggi ho capito, e quando un giorno uscirò mi riprenderò tutto, ma solo quello che ho capito di volere veramente e per cui vale la pena vivere". Corona non ha fretta di uscire dal carcere perché - spiega - "la libertà dovrà arrivare quando avrò finito il mio percorso di uomo nuovo, quando potrò essere veramente felice, riuscire a godere delle piccole cose della vita, vivere di amore senza compromessi e doppi fini, essere vero, essere me stesso, costruire per creare e lasciare il segno, non avere più sensi di colpa, guardarmi allo specchio ed essere orgoglioso di me".

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