«Qualunque cosa la famiglia reale si aspettasse, questo è peggio». L'intervista bomba di Harry e Meghan alla tv americana lascia sotto un treno i media britannici e se le reazioni non sono unanimi, la sintesi del Times è condivisa da tutti. Fra i giudizi più favorevoli ai duchi di Sussex e più critici verso la corte, spiccano quelli del progressista Guardian. Mentre la stampa di destra, in primis i tabloid, a cui Harry contesta direttamente toni «razzisti», puntano l'indice contro i due ribelli: accusati di aver voluto «bruciare i ponti» con casa Windsor.
Sul popolare e populista Daily Mail il commentatore reale Robert Jobson sentenzia che i duchi sono «terribilmente ossessionati» dal vittimismo e «si autocommiserano» evocando il razzismo contro l'ex attrice afroamericana e le tentazioni suicide di Meghan. La stessa vulgata viene venduta in sostanza dal più paludato, ma altrettanto destrorso Telegraph, secondo cui dall'intervista alla Cbs «emerge indenne solo la regina»; e la colpa sarebbe anche di Oprah Winfrey, rea di aver accolto le denunce dei Sussex «come fossero il Vangelo», senza sottolinearne «le evidenti contraddizioni». Mentre Clare Foges, columnist ultraconservatrice del Times di Rupert Murdoch, sostiene che i reprobi dovrebbero «pagarla», per cominciare con «la revoca dei titoli reali» di duca e duchessa di Sussex.
Riguardo al titolo di principe negato invece in sostanza secondo Meghan al piccolo Archie solo per timori legati al colore della sua pelle, una megafono di corte citato dalla Bbc, il commentatore Robert Hardman, insiste che al bambino sarebbe stato offerto il titolo minore di conte di Dumbarton e i suoi genitori lo avrebbero rifiutato. Per Chris Ship, royal editor di Itv, resta comunque il fatto che i Sussex hanno per ora messo all'angolo la corte, costringendola a rinviare ogni eventuale reazione diretta: «È come se avessero fatto volare un B-52 su Buckingham Palace e poi sganciato un intero arsenale» di rivelazioni «bomba ad alto potenziale» di danno per la reputazione della monarchia.