Visualizzazione post con etichetta parola. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta parola. Mostra tutti i post

giovedì 23 aprile 2020

Diletta Leotta, fitness in quarantena: «La mia parola chiave è allena-mente»

Allena-mente. In uno dei miei ultimi post su Instagram ho riassunto in una parola, seppur composta, la volontà di continuare a praticare l'attività fisica non solo per tonificare il mio corpo, ma anche per rilassare la mia mente. In questo momento è fondamentale tenersi in forma, in modo da poter ripartire con slancio quando sarà possibile riprendere l'attività all'aperto.


Fortunatamente sto trascorrendo la quarantena con Daniele, che oltre a essere un campione di pugilato, è anche un perfetto personal trainer. Quando torno da Radio 105, è lui che stila per me il programma di allenamento: 40 minuti di esercizi, in cui non possono mancare stretching, yoga e il rilassamento posturale. Dal 4 maggio avremo meno tempo da dedicare alla pratica sportiva, ma forse si potrà correre in due, ma a distanza, o giocare a tennis o tornare in palestra con ingressi contingentati. L'obiettivo di tutti deve essere quello di continuare a dedicarsi allo sport, che è importante non solo come valore economico, ma anche da un punto di vista sociale. In cuor mio non vedo l'ora di tornare in campo con DAZN e che il pallone possa tornare a rotolare sull'erba, ma ciò deve avvenire in totale sicurezza.

sabato 22 aprile 2017

Se leggi questo articolo non mangerai più cibo in aereo, parola di Gordon Ramsay

E se lo dice uno chef... La cosa peggiore di un volo a lunga distanza è, di solito, il cibo. Dimenticate le turbolenze, i bambini urlanti e i ritardi inspiegabili, i pasti consumati a bordo di un aereo sono quasi sempre non troppo buoni, si legge sul 'Mail Online'. Nel migliore dei casi, il cibo è commestibile. Nel peggiore dei casi, è una vaschetta di plastica con all'interno riso troppo cotto o carni di vitello e verdure a tal punto da essere irriconoscibili.  Lo chef Gordon Ramsay non ne è certamente un fan. Recentemente ha rivelato che si rifiuta di mangiare ciò che gli viene offerto quando viaggia, preferendo portarsi il suo pasto da casa: "Ho lavorato per le compagnie aeree per 10 anni, quindi so dove è stato conservato il cibo e quanto tempo è trascorso dal momento in cui è stato preparato a quando è salito a bordo", ha detto. C'è da dire però che Ramsay ha un suo interesse a dire certe cose, visto che il suo ristorante Plane Food, che si trova al Terminal 5 dell'aeroporto di Heathrow a Londra, vende scatole da asporto destinate a essere consumate sull'aereo.  Ma quanto c'è di vero in ciò che dice? È davvero così terribile il cibo servito a bordo? Ecco qualche segreto sui pasti delle compagnie aeree. Sia che viaggiate in prima o in seconda classe, i piatti vengono preparati prima del decollo in una cucina industriale vicino all'aeroporto e quindi riscaldati a bordo. In Europa - riferisce il 'Mail Online' - la maggior parte dei pasti provengono da Gate Gourmet in Svizzera o da LSG Sky Chef in Germania, che servono più di 260 compagnie aeree.  La maggior parte di queste cucine industriali prepara circa 25.000 pasti al giorno, mentre la più grande - che si trova a Dubai - ne prepara fino a 170.000, confezionando ogni anno 58 milioni di panini, cucinando 4.300 tonnellate di pollo e 3.6 tonnellate di aragosta.  Nonostante gli adesivi che affermano che è stata appena preparata, la maggior parte dei piatti serviti su un aereo viene cucinata molto tempo prima di essere servita ai passeggeri, di solito tra le 12 e le 72 ore precedenti. Peter Jones, professore in pensione di 'Travel catering' presso l'università di Surrey, afferma che "può essere tenuto in fresco anche per 5 giorni senza rispettare gli standard di igiene alimentari riconosciuti a livello internazionale". Insalate, dessert, panini, coltelli di plastica e tovaglioli vengono messi su vassoi mentre si è ancora a terra e poi impilati in carrelli pronti per essere trasportati lungo i corridoi dell'aereo. I piatti caldi vengono preparati in grandi pentole per poi essere raffreddati in contenitori di plastica coperti, prima di essere 'raffreddati' a circa 5 gradi in 90 minuti. Vengono poi impilati in scatole metalliche refrigerate finché non vengono portate a bordo dell'aereo.  I passeggeri di prima classe pensano di mangiare pasti appena cucinati. Ma anche il loro cibo viene preparato a terra, per poi essere impiattati nella cabina di prima classe. Alcuni cuochi forniscono istruzioni per aiutare gli equipaggi a rendere più 'attraenti' i piatti.

Post più popolari