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domenica 23 luglio 2017

Diana, William ricorda l'ultima telefonata: "Fu troppo breve". E quella volta che si ritrovò 3 top model a casa

Una telefonata breve, come quella che può esserci tra due adolescenti e una madre in vacanza. Loro volevano giocare con i cugini, non perdere tempo in chiacchiere, lei era in Francia. Ma sarà proprio la brevità della telefonata, quel 31 agosto del 1997, a perseguitare i principi William ed Harry: la loro mamma, la principessa Diana, morì quella stessa notte in un incidente nel tunnel dell'Alma a Parigi. William aveva 15 anni, Harry soltanto 12. Sono proprio i due fratelli a raccontare quel giorno in un documentario di ITV: "Diana, nostra mamma: la sua vita e la sua eredità", che sarà trasmesso domani, a vent'anni dalla scomparsa della principessa. «Harry ed io avevamo una fretta dannata di salutarla... Se avessi saputo cosa sarebbe successo non sarei stato così indifferente», racconta William.
Che aggiunge: «Ma quella telefonata mi si è conficcata in testa, anche in maniera pesante». Harry afferma che quella breve chiacchierata è qualcosa che rimpiangerà per il resto della sua vita. «Ricordando oggi quella telefonata, è veramente difficile. Dovrò affrontarlo per il resto dei miei giorni, non sapendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei parlato con mia madre. Come sarebbe stata diversa la conversazione se avessi avuto anche la minima idea che la sua vita sarebbe stata presa quella notte». Nel documentario, i due fratelli raccontano anche di una madre "divertente". Diana li ha sempre incoraggiati a essere "monelli" e li "viziava" con i dolci. «Era una ragazzina lei stessa» che comprendeva «la vera vita fuori dalla pareti del Palazzo». Oltre al racconto della loro infanzia con Diana, il documentario mostrerà anche foto mai pubblicate della principessa con i due figli.
Tornare a casa e trovarsi davanti a Cindy Crawford, Naomi Campbell e Christy Turlington. È la sorpresa che la principessa Diana fece trovare ad un incredulo William, allora 13enne, che aveva in camera i poster di tutte e tre. «Le ho trovate sulle scale di ritorno da scuola», racconta il principe nel documentario di ITV, ' Diana, nostra mamma: la sua vita e la sua eredità', che sarà trasmesso domani, a vent'anni dalla scomparsa della principessa. «Sono diventato rosso in volto e non sapevo cosa dire. Credo di aver balbettato qualcosa e di essere inciampato per le scale mentre salivo. È davvero un bel ricordo che vivrà con me per sempre», ha ricordato William.

lunedì 17 ottobre 2016

Wikileaks, Hillary fa piangere Berlusconi: “Parli così male di me?”



Il suo nome per intero non viene mai menzionato, ma tutto lascia pensare che Hillary Clinton si riferisse proprio a Silvio Berlusconi ‘in lacrime’ quando, in una conversazione off the record durante una conferenza organizzata da Goldman Sachs nell’ottobre del 2013 ed emersa adesso tra le ultime e-mail diffuse da Wikileaks, la ex segretario di Stato raccontò la reazione alle scuse che fu costretta a presentare a diversi leader dopo la diffusione dei cable diplomatici da parte di Wikileaks nel 2010.
Il riferimento a Silvio Berlusconi emerge dalla trascrizione relativa ad uno di quei discorsi che Hillary Clinton, adesso candidata democratica per la Casa Bianca, fece dopo la fine del mandato da segretario di Stato alle grandi banche e i cui testi l’aspirante presidente si è rifiutata di diffondere, punto questo su cui è stata più volte incalzata da Donald Trump. In particolare la conversazione in questione ebbe luogo il 29 ottobre del 2013 in Arizona con il Ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, che la intervistava. La trascrizione era contenuta in una delle e-mail rubate al capo della campagna di Hillary Clinton John Podesta, che Wikileaks ha appena diffuso. Nel testo Hillary Clinton si assicura che sia tutto off the record e comincia il suo racconto: Segretario Clinton: «Okay. Ero segretario di Stato quando accadde Wikileaks. Ricorderete la debacle. Vengono fuori centinaia di migliaia di documenti. E io devo andare a fare il giro delle scuse. Avevo una giacca come se fosse il tour di una rock star. Il Clinton Apology Tour. Dovetti andarmi a scusare con chiunque fosse stato in qualche modo descritto nei cable in qualunque maniera che fosse considerata meno che lusinghiera. E fu doloroso. Leader che resteranno anonimi, che erano caratterizzati come vanitosi, egotisti e affamati di potere…». Sig.Blankfein: «Assodato». Segretario Clinton: «Corrotti. E noi sapevamo che lo erano. Questa non era fiction. E io dovevo andare a dire: sai, i nostri ambasciatori, certe volte si lasciano trasportare, vogliono tutti essere dei letterati. Partono per la tangente. Cosa posso dire. Ho sentito uomini adulti piangere. Letteralmente, dico. ‘Io sono un amico dell’America, e tu dici quelle cose di me’». Frase quest’ultima che a quanto pare Hillary Clinton pronunciò con un accento italiano, stando alla reazione di Blankfein che emerge dalla trascrizione. Sig.Blankfein: «Questo è un accento italiano». Segretario Clinton: «Abbiate senso dell’umorismo». Sig.Blakfein: «E quindi tu hai detto, Silvio…» (risate.).

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