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martedì 30 giugno 2020

Luca Barbareschi: «Il Covid? Il più grande spot mai fatto per un vaccino. Il vincitore sarà Big Pharma»

Il produttore Luca Barbareschi, in un'intervista a La Verità, ha parlato della pandemia di coronavirus e degli effetti sul suo settore, non lesinando critiche al Governo e alle difficoltà che sta avendo sul lavoro. «Vuoi che te lo dica con una battuta? Il vero vincitore di questa Pandemia sarà Big Pharma», ha detto a Luca Telese spiegando che si tratta di «un fatto, e non c'è neanche nulla di malvagio»: «Il lockdown pare la più straordinaria campagna pubblicitaria della storia mai fatta a favore di un vaccino coatto».


«Nel clima che si è instaurato mi pare molto difficile l'impresa di chi volesse dire: 'Io non voglio vaccinarmi'», sottolinea l'attore e produttore. Per Barbareschi, però, i numeri della pandemia «non tornano». Barbareschi parla di «quelli dei morti». «Sono un assoluto sostenitore della necessità dei vaccini, sai che credo alla scienza, che nulla è più lontano da me della dietrologia cospirativa, ma.... I numeri assoluti sul Covid non tornano con quelli della narrazione ufficiale: addirittura meno morti dello scorso anno, per influenza, e anche in numeri assoluti».

200MILA EURO PER ASSICURAZIONE «Sono il primo che ha aperto, tutti insieme, ben tre set dopo l'epidemia. Dicono che non si possa fare più cinema. Si può, si può. Basta pagare la nuova tassa sul Covid. Una lauta assicurazione obbligatoria su tutto il set», dice Barbareschi spiegando che l'assicurazione per i set che già c'era in passato «con il Covid è diventata enormemente più alta. I premi sono quasi raddoppiati»: «Per una serie siamo arrivati a duecentomila euro». 

Barbareschi spiega che il costo molto alto è legato alla copertura del cosiddetto 'rischio totale', ovvero la possibilità che a causa di un focolaio o dell'indisposizione di un protagonista il progetto non possa essere ultimato e salti completamente: «Il vero costo non è la malattia ma l'interruzione di un set. Sulla lunga serialità l'assicurazione è sacra. Io voglio l'assicurazione sulla vita dell'attore e su quella, creativa, del personaggio». «La possibilità che ti muoia un attore è abbastanza marginale. Però le posso dire che si possono perpetrare altri misfatti», aggiunge.«Basta uno che va sul set senza mascherina e finisco in carcere. Ti pare possibile?». Mentre, fa notare, il distanziamento «non esiste più»: «in certe spiagge-carnaio uno sull'altro, come ai bei tempi».

IL FUTURO E IL MODELLO ISRAELIANO «Sto preparando il prossimo Polanski, prossimo Kusturiza, il nuovo film di Brizzi, il primo libro di Faletti sullo schermo. Ma non dico una parola: segreti industriali», rivela. E aggiunge che nella gestione del coronavirus è vincente il «modello israeliano»: «È un modello cazzuto: ci si prende il rischio, con responsabilità, e si torna a vivere. Non è meglio della enorme pantofola italiana di cui sopra», sottolinea. Per concludere: «Ci hanno ridotto a dei fuchi obbedienti».

giovedì 14 maggio 2020

Beppe Grillo con la mascherina a dicembre: «Sapeva già del Covid». Il centrodestra attacca al Senato

In questi tempi di emergenza coronavirus, le teorie del complotto sono sempre dietro l'angolo: l'ultimo attacco riguarda stavolta il Movimento 5 Stelle e il suo fondatore Beppe Grillo, che secondo alcuni esponenti di opposizione «già a dicembre sapeva» dell'epidemia in corso. La prova sarebbe nel fatto che Grillo, in un incontro al Senato cinque mesi fa, indossava una mascherina: «Sono un antiemorragico», spiegò ai giornalisti all'epoca.


Il video dell'ex comico con la mascherina era già stato rilanciato, con tanto di didascalia «chissà come mai...» dall'account Twitter della sezione lombarda della Lega lo scorso 3 maggio: ieri al Senato è stata depositata una interrogazione firmata da diversi parlamentari di opposizione, tra cui l’ex presidente del Senato Schifani e l’ex ministro Gasparri. L’interrogazione, rivolta ai ministri dell’Interno Lamorgese e degli Esteri Di Maio, parla esplicitamente dell’episodio di Grillo e dei suoi incontri a fine novembre con l’ambasciatore cinese a Roma.

mercoledì 6 maggio 2020

Marisa Pireddu uccisa dal marito con 40 coltellate. Lui ai carabinieri: «Il Covid è un complotto del governo»

Emergono nuovi particolari sulla morte di Marisa Pireddu, la donna uccisa ieri dal marito Giovanni Murtas che ha poi tentato il suicidio: l'uomo ha massacrato la moglie con una quarantina di coltellate, usando un pugnale con una lama di 20 cm che si era fabbricato da solo. È successo a Serramanna, nel cagliaritano: Murtas, falegname 58enne, al momento è ricoverato in terapia intensiva all'ospedale Brotzu di Cagliari.  La coppia ha un figlio di 29 anni, parrucchiere, che al momento del delitto non era in casa.


I carabinieri di Serramanna e del nucleo operativo della compagnia di Sanluri (Cagliari) che indagano sul femminicidio, lo hanno arrestato: secondo una prima ricostruzione Murtas avrebbe colpito la moglie al culmine di una lite per poi dirigere il coltello contro se stesso per suicidarsi. Sanguinante si sarebbe quindi affacciato alla finestra, gridando: «Adesso come faccio io, non posso vivere senza di te». A quel punto, il 58enne si sarebbe sdraiato nel letto dove giaceva il corpo martoriato della moglie.

Secondo quanto riferito dai militari, l'uomo in questi mesi era stato più volte trovato fuori casa e richiamato al rispetto delle misure di lockdown fino ad essere sanzionato. «Il Covid è un complotto del Governo per fare stare la gente a casa», avrebbe urlato ai Carabinieri. Secondo le prime ipotesi, però, gli inquirenti escludono che l'omicidio sia maturato per un malessere da lockdown. Agli atti comunque non risultano segnalazioni di precedenti, né di maltrattamenti né di violenze.

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