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giovedì 30 aprile 2020

Coronavirus, poliziotto in quarantena dona stipendio a ospedali, la dirigente lo punisce

Il gesto di cuore di un poliziotto della Stradale punito dalla sua dirigente. Ha donato mentre era in quarantena per coronavirus un suo stipendio agli ospedali di Vercelli, Bergamo e Messina, con un gesto di grande solidarietà che è finito su alcuni giornali.


Ma la Polizia Stradale del Piemonte, dove lui presta servizio, non ha gradito, e ha avviato un procedimento disciplinare perché non avrebbe «avvisato dell'intervista dei media e della sua imminente uscita» come prevede il regolamento. E adesso l'uomo, Antonino Lollo, in forza al distaccamento della Stradale di Vercelli, rischia di essere punito.

«Per tutti noi poliziotti il gesto del nostro collega è stato motivo di orgoglio e profonda ammirazione, un esempio per tanti - afferma in una nota il Siap (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) - ma non per la sua dirigente, che pretendeva di essere informata dell'intervista, pur non riguardante motivi di servizio».

«Il dirigente nelle sue contestazioni ritiene che il collega abbia tenuto un comportamento non conforme al decoro delle funzioni dell'Amministrazione della Pubblica sicurezza - dice Ciro Dellisanti, segretario Siap di Vercelli - Ma stiamo scherzando? Il nostro collega con il suo comportamento ha dato lustro all'amministrazione, e chiediamo con forza che questa bizzarra contestazione venga immediatamente archiviata, restituendo credibilità alla nostra amministrazione che non ha certo bisogno, tanto meno in questo momento, di questa pubblicità anzi, sarebbe opportuno da parte sua premiare il nostro collega per essersi distinto per generosità e senso civico in un momento di particolare difficoltà in cui versa l'intero Paese».

martedì 23 agosto 2016

“C’è una bimba abbandonata in auto”, poliziotto rompe il finestrino e fa una scoperta incredibile



Dopo aver ricevuto l’allarme telefonico di un cittadino, un agente di polizia si è subito recato nel parcheggio all’aperto di un centro commerciale per salvare la vita di una bimba rimasta chiusa dentro un’auto, sotto il sole rovente. Jason Short, questo il nome del poliziotto, che vive e lavora nella cittadina di Keene, nel New Hampshire, aveva raggiunto così la vettura ed aveva notato la bambina avvolta in una coperta con una bottiglietta d’acqua accanto.Dopo aver rotto il vetro del finestrino, l’agente ha notato come la piccola fosse priva di conoscenza e per questo ha tentato di rianimarla. L’agente Short è un esperto di rianimazione, e nel tentativo di salvare la bimba ha subito notato che c’era qualcosa che non andava: «Ho messo il dito nella sua bocca e faceva completamente resistenza. Mi è venuto subito da pensare che fosse una bambola». Il poliziotto aveva visto giusto: si trattava di una bambola estremamente realistica, una cosiddetta ‘life-like doll’, ovvero di riproduzioni molto fedeli di bambini. Il loro prezzo può variare da poche decine di dollari fino ad alcune migliaia. La sua proprietaria è Carolynne Seiffert, una donna che utilizza quella bambola dal 2005, quando suo figlio morì per un male incurabile. Carolynne ha spiegato a Fox8.com: «Ho riso all’inizio, ma ero molto imbarazzata. Mi rendo conto che non tutti possano capire i vari modi in cui una persona può reagire alla perdita di un affetto familiare».  La polizia si è offerta di pagare alla donna le spese per la riparazione del vetro. Il capo della polizia, insieme all’agente Short, ha affermato: «Ogni volta che ci sarà un allarme del genere, non penseremo mai che si possa trattare di una bambola. Finché non ne abbiamo la certezza, interverremo tempestivamente con l’intento di salvare una vita umana».

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