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lunedì 8 giugno 2020

Pakistan, Zohra, domestica a 8 anni, picchiata e uccisa per aver liberato due pappagalli

Zohra, una bambina di otto anni che lavorava  come domestica in Pakistan, è morta malmenata dai suoi datori di lavoro, una coppia benestante di Rawalpindi, in Pakistan. La bambina 4 mesi fa aveva lasciato la città di Kot Addu, nella provincia del Punjab, dove viveva con la sua famiglia molto povera per andare a lavorare in casa della ricca famiglia. Era stata assunta per prendersi cura del loro bambino di un anno.


 Le avevano promesso che in cambio l'avrebbero fatta studiare, alcuni adesso sostengono che la famiglia della piccola è stata truffata. Zorha ha liberato due pappagalli in gabbia, per questo è stata picchiata.  Per alcuni media locali è stato un incidente, la bambina stava dando da mangiare ai pappagalli e questi sono volati via. C'è chi parla di un gesto di sensibilità della piccola. 
Ma la reazione dei datori di lavoro è stata tremenda: l'hanno picchiata e torturata fino a farla morire. Secondo il primo rapporto della polizia, quando i suoi carnefici l'hanno abbandonata in un ospedale i medici hanno fatto di tutto per salvarla, ma la piccola è morta il giorno stesso per le  lesioni al viso, alle mani, sotto la gabbia toracica e alle gambe. Non si esclude che abbia subito anche un'aggressione sessuale. La polizia ha inviato campioni da analizzare per confermare o meno la violenza. La polizia ha arrestato entrambi gli accusati che hanno ammesso di aver torturato la bambina perché si era fatta scappare i loro pappagalli. Gli imputati si trovano ora in custodia cautelare Dai racconti degli imputati emerge che hanno continuato a colpirla a morte nonostante le urla e i pianti di lei, nonostante implorasse pietà.  Su Twitter si è diffuso l'hashtag #JusticeForZohraShah,  in tanti chiedono giustizia per la bambina e hanno diffuso dei disegni per renderle omaggio.

sabato 23 novembre 2013

TERAMO, RAGAZZA 27ENNE SEQUESTRATA E PICCHIATA PER 5 ORE DAVANTI AL FIDANZATO


Una 27enne è stata sequestrata per circa cinque ore da due stranieri che, dopo aver fatto irruzione nell'appartamento in cui la giovane vive con il compagno, a Silvi, in provincia di Teramo, hanno prima picchiato l'uomo e poi portato via lei a bordo di un'automobile. La donna è origini albanesi e risiede da tempo nella città abruzzese.   Sulla vicenda indagano i Carabinieri della Compagnia di Giulianova (Teramo). Stando a una prima ricostruzione, i due stranieri, attorno alle 5.30 del mattino, hanno sfondato la porta dell'appartamento in cui la ragazza convive con il compagno e, una volta dentro, dopo aver picchiato lui, l'hanno fatta salire a bordo di un'automobile. Il compagno della 27enne, anche lui straniero, ha subito allertato le forze dell'ordine. Gli inquirenti si sono messi sulle tracce della ragazza.  Attorno alle 10,00, sempre secondo le prime informazioni, sarebbe stata abbandonata in strada, a Silvi, da dove ha contattato il 112. Secondo notizie non confermate i sequestratori potrebbero aver abusato di lei. Sotto choc, è stata prima accompagnata in caserma e poi medicata e trasportata all'ospedale di Atri (Teramo) dal personale della locale Croce Rossa.

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