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sabato 13 giugno 2020

Conte ascoltato tre ore dal magistrato: «Non avrebbe avuto senso chiudere solo i comuni di Alzano e Nembro»

«Ai pm ho spiegato tutto per filo e per segno. Sono assolutamente tranquillo…». Lo dice, in un colloquio con il direttore della Stampa, Massimo Giannini, il premier Giuseppe Conte. «Ho chiarito tutto quello che c'era da chiarire - spiega Conte -, ho illustrato tutti i passaggi di quei terribili giorni in cui combattevamo contro un nemico invisibile. Non ho nulla da temere».


«Come ho detto ai magistrati - afferma Conte -, la cronologia dei fatti è chiarissima: alla luce del quadro epidemiologico di cui disponevamo in quella prima settimana di marzo, non avrebbe avuto alcun senso chiudere solo i comuni di Alzano e di Nembro. Il nostro problema, già in quelle ore, era studiare soluzioni drastiche e immediate per tutta l'Italia. Ed è quello che abbiamo fatto. Perché - continua -, c'è una grande differenza tra le scelte che facemmo nei due comuni della bergamasca e quelle che invece prendemmo a Codogno e Vò Euganeo. In questi ultimi due casi eravamo agli inizi della pandemia, e non avevamo ancora alcuna contezza dell'esistenza di altri focolai nel resto del Paese. Viceversa, quando abbiamo affrontato il caso di Alzano e Nembro eravamo già di fronte a un'emergenza nazionale. E l'abbiamo affrontata come tale - sottolinea - , applicando la zona rossa, o arancione, in tutto il territorio italiano».

Alla domanda se teme il pensiero che prima o poi possa scattare anche l'avviso di garanzia, risponde: «Assolutamente no, io non sono ovviamente responsabile delle indagini, ma non mi aspetto alcun avviso di garanzia, né l'ho mai temuto. Come ho già detto più volte, ho la consapevolezza di aver agito in scienza e coscienza, ed ho la serenità di chi ha sempre concordato ogni passo con il Comitato Tecnico Scientifico».

Sugli Stati Generali il premier risponde: «Ma quale passerella! Questi non sono gli Stati generali del presidente Conte, io sarò lì insieme ai miei ministri, non per smania di protagonismo, non per parlare ma per ascoltare. Dobbiamo ricostruire questo Paese», «noi non possiamo accontentarci di tornare come stavamo prima. Questa crisi deve essere l'occasione per dare finalmente il colpo di reni, con le grandi riforme che ci mancano da troppi anni. Stavolta abbiamo le risorse finanziarie per farlo, abbiamo una cornice europea che ce lo consente. È un'occasione che non dobbiamo sprecare».

Il presidente del Consiglio parla anche del centrodestra: «Quando avremo finito gli Stati generali, e avremo fatto una sintesi delle idee per il rilancio, tornerò ad offrire un patto per le riforme a Salvini e Meloni, nella speranza che vogliano lavorare insieme a noi, in uno spirito di coesione nazionale».

venerdì 22 novembre 2013

Yara, giovane imprenditore ascoltato in procura: "Potrebbe conoscere l'assassino"

 
Proseguono le indagini per identificare il colpevole della morte della piccola Yara Gambirasio a circa 3 anni dalla sua scomparsa. Ieri, in Procura a Bergamo, gli inquirenti hanno sentito per oltre due ore un giovane bergamasco. L'uomo, secondo Quarto Grado, che ne parlerà questa sera, è un albergatore originario di un paese che dista cinque chilometri da Brembate di Sopra e non era mai stato sentito dagli investigatori nè era mai stato sottoposto al prelievo del Dna.  Per la trasmissione, che andrà in onda questa sera su Retequattro, il giovane, che non è formalmente indagato, ma sul quale sono in corso ulteriori accertamenti, ha dichiarato ai microfoni di 'Quarto Gradò di avere alcuni amici il cui Dna è stato confrontato con quello dell'assassino di Yara ('Ignoto 1'). Il ragazzo, inoltre, avrebbe risposto anche a domande su suoi conoscenti impiegati - ai tempi della scomparsa di Yara - nei lavori di costruzione del centro commerciale di Mapello. La trasmissione svelerà, inoltre, che tra i numerosi capelli, peli e tessuti epiteliali repertati sul corpo di Yara Gambirasio nel campo di Chignolo d'Isola, alcuni non appartengono alla giovane nè sono di origine animale. La notizia è stata data questa mattina, in un incontro di tre ore, alla titolare delle indagini, il pm Letizia Ruggeri, dal dottor Carlo Previderè, ricercatore del Dipartimento Medicina Legale e Scienze Forensi dell'Università di Pavia, nominato consulente della Procura di Bergamo. I reperti saranno ora ulteriormente analizzati per tentare di risalire ai gruppi etnici di appartenenza e, se lo stato di conservazione lo permetterà, all'individuazione di precisi profili genetici. Il professor Fabio Buzzi, direttore del Dipartimento di Pavia, all'inviato di 'Quarto Gradò ha però posto il problema di costi: l'analisi di ogni singolo reperto costa circa 100 euro e i reperti sono migliaia.

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