
Proseguono le indagini per identificare il colpevole della morte della
piccola Yara Gambirasio a circa 3 anni dalla sua scomparsa. Ieri, in
Procura a Bergamo, gli inquirenti hanno sentito per oltre due ore un
giovane bergamasco. L'uomo, secondo Quarto Grado, che ne parlerà questa
sera, è un albergatore originario di un paese che dista cinque
chilometri da Brembate di Sopra e non era mai stato sentito dagli
investigatori nè era mai stato sottoposto al prelievo del Dna.
Per la trasmissione, che andrà in onda questa sera su Retequattro, il
giovane, che non è formalmente indagato, ma sul quale sono in corso
ulteriori accertamenti, ha dichiarato ai microfoni di 'Quarto Gradò di
avere alcuni amici il cui Dna è stato confrontato con quello
dell'assassino di Yara ('Ignoto 1'). Il ragazzo, inoltre, avrebbe
risposto anche a domande su suoi conoscenti impiegati - ai tempi della
scomparsa di Yara - nei lavori di costruzione del centro commerciale di
Mapello. La trasmissione svelerà, inoltre, che tra i numerosi capelli,
peli e tessuti epiteliali repertati sul corpo di Yara Gambirasio nel
campo di Chignolo d'Isola, alcuni non appartengono alla giovane nè sono
di origine animale. La notizia è stata data questa mattina, in un
incontro di tre ore, alla titolare delle indagini, il pm Letizia
Ruggeri, dal dottor Carlo Previderè, ricercatore del Dipartimento
Medicina Legale e Scienze Forensi dell'Università di Pavia, nominato
consulente della Procura di Bergamo. I reperti saranno ora ulteriormente
analizzati per tentare di risalire ai gruppi etnici di appartenenza e,
se lo stato di conservazione lo permetterà, all'individuazione di
precisi profili genetici. Il professor Fabio Buzzi, direttore del
Dipartimento di Pavia, all'inviato di 'Quarto Gradò ha però posto il
problema di costi: l'analisi di ogni singolo reperto costa circa 100
euro e i reperti sono migliaia.
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